di LAURA VALDESI NON C’ERA in aula quando il gup Ilaria Cornetti ha letto la sentenza. Né si è mai presentato alle udienze precedenti, a fianco del suo avvocato Roberta Batelli. Non sarebbero state certo tenere con lui le famiglie che ha raggirato sottraendo loro un bel gruzzolo che pensavano invece di risparmiare e, magari, di incentivare grazie alle polizze sottoscritte. La Finanza parla di 2 milioni e 633 mila euro. Che sono costati ieri a Massimo Lucchesini, 52 anni, senese e un tempo assicuratore, la condanna a 3 anni e 4 mesi per truffa aggravata, appunto, e autoriciclaggio. Reato, quest’ultimo, contestato per la prima volta nella nostra provincia. Assolto invece relativamente all’evasione fiscale essendo rimasto sotto la soglia della punibilità penale. In questa vicenda, che ha suscitato grande scalpore in città dove la famiglia è molto conosciuta, era rimasta coinvolta anche la sorella Chiara, difesa dall’avvocato Daniele Bielli e accusata di concorso nella truffa per aver tenuto la contabilità semplificata al fratello. E sebbene si fosse adoperata affinché quest’ultimo facesse chiarezza sull’accaduto. Il gup ieri l’ha assolta per non aver commesso il fatto. «ALTRO che volontariato dovrebbe fare per risarcire chi ha truffato», il commento amaro di alcune parti danneggiate (che inizialmente erano 67) presenti alla sentenza, pronunciata alle 15 dopo le ultime repliche. Perché Lucchesini, dopo l’inchiesta che ha sollevato il velo sul raggiro architettato, si dedica ad opere di bene a Castellina Scalo. «Gli avevamo creduto, ci fidavamo di lui», la frase ripetuta da decine di truffati in un periodo, secondo quanto ricostruito nell’inchiesta coordinata dal procuratore Salvatore Vitello (nella foto a destra), che va dal gennaio 2015 al 2016. Cifre importanti, in alcuni casi. Addirittura 230 mila euro, oppure poco meno di 100mila ma anche solo alcune migliaia di euro. I truffati? Docenti universitari e liberi professionisti, medici e dirigenti di banca, famiglie che come molte altre speravano di aver compiuto un buon investimento economico. Solo nel 2016 è esploso il caso. Si è scoperto che molte polizze sottoscritte erano in realtà false. E ancora. Accadeva che assicurasse a chi credeva in lui guadagni più importanti rispetto a quelli fino ad allora ottenuti invogliando così le persone a liquidare, almeno in parte, le polizze con la promessa di sottoscriverne altre più vantaggiose. Lui prendeva gli assegni ma si teneva il denaro. Quanto all’autoriciclaggio, per cui Lucchesini è stato appunto condannato, consiste nell’aver usato parte del denaro frutto delle truffe come risarcimento o liquidazione delle polizze che non erano mai state stipulate presso l’assicurazione dove operava come ‘agente produttore’ in modo da impedire l’identificazione della provenienza delittuosa. NESSUNA delle parti offese per adesso potrà comunque riavere indietro le somme che sono state loro riconosciute, la sentenza deve prima passare in giudicato. Ci sono 30 giorni per il deposito delle motivazioni ed altrettanti per fare appello. Disposta comunque la confisca dei beni fino alla concorrenza di 1 milione e 760 mila euro.