di Pierluigi Piccini
Prendiamo per buona la proposta, fatta dall’avvocato De Mossi, sulla costituzione di un fondo di garanzia senese per aiutare le micro aziende del territorio. Vediamo: siamo alla fase di progetto, e per avere una finanziaria di primo livello occorrono le autorizzazioni delle autorità monetarie, simili alle procedure necessarie ad aprire una nuova banca. Quindi, l’obiettivo annunciato di “far presto” si scontra con la realtà, fatta di regole. Sarebbe anche interessante sapere chi mette i capitali necessari. Non credo che lo possa fare il Monte dei Paschi, viste le ristrettezze legate al piano di ristrutturazione. E perché le altre banche dovrebbero mettere risorse quando hanno già le garanzie della Sace, cioè dello Stato? La Fondazione non può per statuto, lasciamo perdere la Siena parcheggi e la Camera di commercio: quest’ultima avrebbe bisogno per intervenire di un contributo insieme alle scarse risorse proprie. Il progetto viene pensato nel momento in cui lo Stato ha varato dei provvedimenti considerati positivi dalla stessa Confindustria, l’Abi ha licenziato una circolare operativa e la Sace ha messo in piedi una task force per accelerare proprio le garanzie necessarie al rilascio dei finanziamenti. La proposta dell’avvocato De Mossi non sembra avere fondamento, specie se ha come unico scopo di velocizzare il rilascio dei sostegni finanziari. Se davvero si volessero accelerare le procedure per ottenere dalle banche dei mutui, vista la situazione positiva che si è creata con l’intervento dello Stato, ben altro sarebbe necessario e decisamente economico: mettere in piedi un ufficio di assistenza per tutte le imprese. Un centro di consulenza anche temporaneo che potrebbe essere insediato in Camera di commercio, magari in collaborazione con le banche che hanno sede nel territorio senese. Le procedure per ottenere finanziamenti sono complesse, e questo strumento potrebbe aiutare e velocizzare le pratiche. Così, semplicemente.