Molti ” azionisti- lavoratori” e dipendenti pronti ad autotassarsi. Lunedì corre ad incontrarli il potente presidente nazionale di Legacoop Lusetti
di Maurizio Bologni
« La cooperativa è nostra e la salviamo noi, ci autotassiamo per ricapitalizzare, la società ha prospettive di crescita e non va liquidata a qualche avvoltoio » . L’orgoglio di Cooplat si manifesta nei suoi soci- lavoratori, quasi mille, ai quali si aggiungono altri 1.300 dipendenti. Fanno sul serio. Si sono riuniti in un Comitato. Erano già impegnati ad autotassarsi per 1,2 milioni in modo da partecipare alla complessa operazione di salvataggio che avrebbe dovuto avere come protagonisti due giganti del mondo Legacoop, Coopfond e Csn, operazione che si è arenata. Ora serve raggranellare un altro milione, arrivare ad una sottoscrizione di due milioni da versare a rate posticipate, per coprire il buco patrimoniale, evitare l’immediata liquidazione coatta amministrativa, mettere in sicurezza entro settembre Cooplat e avere più tempo per pianificare una più solida ripatrimonializzazione. «Noi ci siamo, è una soluzione difficile ma a portata di mano», dicono i soci- lavoratori.
C’è da chiedersi, semmai, come mai questa strada non sia stata percorsa
prima? Come mai si è arrivati alla vigilia della scadenza dei termini di approvazione del bilancio 2019 con uno squilibrio patrimoniale che impone la liquidazione? Come mai, in sei mesi, tra dicembre e giugno, non si è riusciti a chiudere una complessa operazione che prevedeva emissione di strumenti finanziari e tempory spa? La risposta dei soci-lavoratori chiama in causa i vertici dell’azienda, «che – dice il Comitato dei soci – erano stati sfiduciati a dicembre ma confermati solo per realizzare il piano di salvataggio. Si è perso tempo, l’operazione doveva essere chiusa a febbraio, non è stato fatto e tutto è diventato più difficile con la pandemia».
Per il management di Cooplat, invece, parte di responsabilità è di Csn e Coopfond, i due partner “in fieri” dei soci individuali di Cooplat, che in questi mesi non sono riusciti a trainare a conclusione la trattativa pur avendone i mezzi. E che ora corrono a riparare per togliere d’imbarazzo una storica area imprenditoriale della sinistra. Csn ha dichiarato di essere ancora disponibile. Coopfond si muove addirittura con il proprio potente presidente, Mauro Lusetti, numero uno nazionale di Legacoop, che lunedì correrà a Firenze per incontrare i soci Cooplat.
« Noi – dicono i soci – e i dipendenti, responsabili gestionali, capo cantiere, impiegati amministrativi, ci siamo spontaneamente riuniti e mobilitati per ricapitalizzare la società e ci presenteremo in assemblea il 30 giugno per dare continuità alla nostra cooperativa e rassicurare i nostri clienti e fornitori che conoscono il valore del nostro lavoro. Ce la faremo a ricapitalizzare e il movimento cooperativo ci aiuterà ad affrontare questa situazione. Siamo abituati ai sacrifici, non abbiamo paura. Tanti dei nostri sono stati in prima linea ad affrontare l’emergenza Covid e siamo i più strutturati in Toscana per le sanificazioni certificate. Abbiamo prospettive importanti di lavoro. Siamo una organizzazione economica e sociale storica di riferimento per la Toscana, apprezzata in tante regioni. Rassicuriamo tutti, Cooplat ha ancora una lunga vita davanti a sé, il suo destino lo decidiamo noi soci».