CESENATICO È solo un gioco, uno show per chiudere con il sorriso la Summer School della Scuola di politiche di Enrico Letta. Eppure fa effetto vedere due ex presidenti del Consiglio, stimati in Europa e nel mondo, che davanti a 300 giovani aspiranti leader si sottopongono allo «StaiserenoQuiz» di Enrico Bertolino, Luca Bottura e Marco Damilano. Scherzano sul passaggio della campanella nel 2014 e, sulle note di Despacito , canticchiano un motivetto sulla fine prematura del Partito democratico: «Era un bel sogno ed è già svanito / Ad aprile rischia il benservito».
Si gioca al «RischiaLetta» e la domanda è per Prodi: cosa pensava Enrico mentre passava il testimone del governo a Renzi? Romano va dritto alla risposta A: «So io dove gli metterei il batacchio della campanella». E giù risate, tanto che lo staff del Professore pregherà i giornalisti di sottolineare il «tono scherzoso della mattinata», così che non si pensi che Prodi abbia davvero dimenticato l’anno di fondazione del partito. «Quando è nato il Pd? Boh…». E in che anno si scioglierà? «Beh, qui è più facile».
I due «camperisti», come Letta definisce l’ex tandem presidenziale, non hanno dimenticato, no. Ma certo hanno preso distanza dal Pd a trazione renziana. Non hanno più la tessera e usano la metafora del camping. «La mia tenda? L’ho messa nello zaino e l’ho perduta», dichiara Prodi riferendosi al viaggio che lo sta portando lontano dal Nazareno.
E c’è anche il tempo di ricordare gli anni a Palazzo Chigi. «Non contavo niente anche quando ero premier», si schermisce Letta. E Prodi: «A me invece piaceva stare in quel Palazzo e piaceva anche a te stare nella stanza vicino».
Fosse per Letta, toccherebbe di nuovo a Gentiloni: «Un bis sarebbe la cosa migliore per l’Italia». Ma Prodi sospetta che Renzi non sarà così generoso. Domanda: Gentiloni non scrive #Matteostaisereno o proprio non lo pensa? «Non lo scrive!», risponde malizioso il Professore. Si fa satira e si fa politica. Il leader dell’M5S? Tra Luigi Di Maio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, Letta sceglie «Dibba tutta la vita». E nel centrodestra? «Sarà Tajani il candidato premier, sta facendo bene il presidente del Parlamento europeo».
Se c’è una cosa (un’altra) che Letta non perdona a Renzi è l’aver resuscitato Berlusconi: «È incredibile, ma giocherà un ruolo centrale alle prossime elezioni». Prodi ricorda lo scandalo suscitato dall’uomo di Arcore quando diede del kapò a Martin Schulz: «Fu una roba devastante, al peggio non c’è mai limite». Avanti così, da una gag all’altra. Ecco il filmato di Renzi che si aggroviglia in inglese e Letta che ride, piegato in due sulla poltrona. Ma le elezioni si avvicinano e i due allievi di Beniamino Andreatta, al quale la Scuola è intitolata, non nascondono la preoccupazione. Letta teme «il caos, un Paese ingovernabile e un Parlamento ridotto come la Somalia, in una guerra per bande». Prodi, che a seguire è intervistato da Monica Maggioni sui massimi sistemi, si mostra altrettanto angosciato: «Cosa ci facciamo con questa legge elettorale? Un casino pazzesco».
Dalla contesa che dilania i dem Letta si considera fuori. Ha ripreso a tessere una fitta tela di relazioni, ragiona di un Partito europeo e si dedica ai giovani, convinto che tra i ragazzi della Summer School ci sia il futuro presidente del Consiglio: «Cosa voglio fare io? Tenere una candela accesa, perché si sappia che da qualche parte in Italia esiste ancora una fiammella di valori e di buon senso».
Monica Guerzoni
- Lunedì 18 Settembre, 2017
- CORRIERE DELLA SERA
- www.corriere.it/