Gli adolescenti odierni smentiscono gli stereotipi. Non si arrabbiano se le prospettive sono fosche e se una pandemia li costringe a rinunciare a esperienze importanti. Identificati con le fragilità degli adulti, sono stati abituati fin da piccoli a non frequentare cortili e parchi dove avrebbero potuto farsi male. Per questo si sono inventati piazze e giochi virtuali, in cui sperimentare la propria identità nascente. Gli adulti hanno obiettato che non andava bene, che erano diventati dipendenti da Internet.
Poi Internet si è rivelato indispensabile e la mancata accensione della telecamera è stata considerata assenza dalla scuola, il cui portone era in realtà chiuso. Avrebbero potuto arrabbiarsi, invece niente. Gli adolescenti non sono più trasgressivi, si sono responsabilizzati di fronte a adulti confusi, ma che provano ogni giorno a voler bene a ragazze e ragazzi.
Forte della propria esperienza di psicologo e psicoterapeuta, l’autore delinea il ritratto più aggiornato di giovani e giovanissimi e indica agli adulti la strada da percorrere per svolgere al meglio il proprio ruolo e per smettere di guardare gli adolescenti senza vederli.
Biografia dell’autore
Matteo Lancini
Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, è presidente della fondazione Minotauro di Milano. Insegna presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Giovane adulto (con F. Madeddu, 2014) e L’adolescente (con L. Cirillo, T. Scodeggio, T. Zanella, 2020) e ha curato Il ritiro sociale negli adolescenti (2019).