Tra etica e tecnologia quando l’innovazione può cambiarci la vita
La ricerca
Dal 7 al 13 settembre Pisa ospita il primo Festival internazionale della robotica. Convegni e mostre per esplorare da vicino la frontiera che trasformerà il nostro futuro
LAURA MONTANARI
Silenzio, YuMi sta facendo lezione. Mancano pochi giorni al debutto e anche un robot può soffrire l’ansia da prestazione. YuMi sarà una specie di direttore d’orchestra e accompagnerà il 12 settembre (ore 21) al teatro Verdi di Pisa, Andrea Bocelli e Maria Luigia Borsi nel concerto lirico (di beneficenza) “A Breath of Hope: dallo Stradivario al Robot”. È uno degli eventi in cartellone per il primo Festival internazionale della robotica al servizio dell’uomo di scena dal 7 al 13 settembre. Pisa sarà robot town. Convegni, mostre, concerti per esplorare da vicino la frontiera che ci cambierà la vita nel futuro prossimo. Saranno i robot a farci da badanti, da infermieri, da tassisti, da camerieri e postini? Non mangiano, non chiedono ferie, né aumenti di stipendio, non si stancano, obbediscono, non si appellano a nessun sindacato. Saranno loro gli operai ideali delle fabbriche 4.0? Nonostante l’importanza strategica della rivoluzione robotica e la notevole presenza in Toscana e in particolare a Pisa, non esisteva fino ad ora un evento in Italia in cui l’innovazione tecnologica e la riflessione culturale si potessero confrontare fuori dalle accademie e dai laboratori. Ci hanno pensato il Comune, la Regione Toscana, la scuola Sant’Anna, la Fondazione Arpa e altre istituzioni a colmare quel vuoto. «Con i robot dovremo imparare a convivere — spiega Arti Ahluwalia a capo del Centro Piaggio dell’università pisana — per questo è importante studiare quali sono le reazioni dell’uomo davanti ai robot ». Il Centro mostrerà al Festival alcuni prodotti delle sue ricerche, da Face l’umanoide che parteciperà sabato 9 settembre alle 21 al Verdi al concerto “The Music of Soul: la grande musica da Mozart a Puccini”, interpretato dall’Orchestra Filarmonica di Lucca e dalla Celtic Harp Orchestra diretta da Fabius Constable oltre che dal coro dell’università. Face sarà fra il pubblico. Al festival ci sarà anche la nuova mano robotica in grado di afferrare oggetti pesanti o leggeri, morbidi o duri come fosse un arto umano.
Dietro alla settimana pisana ci sono i numeri della robot-valley toscana: 83 imprese di cui 72 che operano nella robotica industriale e 11 in quella dei servizi. Un fatturato medio di 5 milioni e mezzo di euro e un numero (medio) di addetti di 25 unità. Prima di un mercato lì c’è stata una scuola: quella creata dagli anni Ottanta dal professor Paolo Dario alla Sant’Anna. Un’eccellenza che ha cominciato a dialogare col mondo e che oggi conta oltre 250 ricercatori soltanto a Pisa. «Siamo diventati un serbatoio di competenze» dice Dario. Ed è per questo che è stata scelta questa città che vanta una delle più alte concentrazioni al mondo di addetti e di attività di ricerca, sviluppo, applicazione di sistemi robotici. Si parlerà di robot nelle sale operatorie, verranno esposti i robot chirurgici, si parlerà di etica e robotica (intervento fra gli altri di Remo Bodei sull’epoca delle macchine e di hackers e darknet con Clara Mavellia del Cultural Entrepreneurship Institute Berlin). Alla stazione Leopolda ci sarà l’esposizione dei robot di servizio e nello stesso luogo anche “Fashion Forward — Waiting for Robotics Atelier”, cioè come si vestono i robot, di quali materiale, con quali accessori. E poi film e spettacoli teatrali come “I robot sono (già) tra noi” sulla roboetica — per grandi e piccini. Palazzo Lanfranchi ospiterà “Imagine robots: video, modelli e immagini da Leonardo al terzo Millennio”. Laboratori e spazi per i più giovani: ci sarà l’iniziativa delle api-robot, primo risultato di E-Rob, progetto di e-learning per la robotica educativa, realizzato in collaborazione con la Fondazione Tim, messo a punto dal Irccs Fondazione Stella Maris con il team di ricerca di robotica educativa dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna e con il supporto del Comune di Pisa, grazie al quale e-Rob è entrato nelle scuole primarie pisane. Il progetto ha permesso la realizzazione di laboratori di robotica educativa e l’adattamento delle api robot utilizzate da bambini con sviluppo tipico affinché anche bambini con problemi motori o visivi potessero utilizzarle, giocando ed imparando con i loro compagni di classe.