Gli Agnelli vogliono tutto: il prestito dal governo da 6,3 miliardi e tenersi il dividendo da 5,5 miliardi previsto nell’accordo per la fusione con Psa. Alla faccia delle polemiche è John Elkann a procedere come un carrarmato nelle comunicazioni agli azionisti di Exor ieri pomeriggio. «I termini dell’accordo con Psa sono scritti nella pietra e vincolati», ha dichiarato papale papale.
E a sera la notizia non campeggiava sui siti dei giornali di famiglia: Repubblica e La Stampa non la riportavano, rimanendo indietro come dall’inizio della vicenda.
GLI ANALISTI NON HANNO risparmiato critiche e appunti ai dati snocciolati dal capostipite attuale della famiglia Agnelli. A chi chiedeva se la richiesta da parte di Fca Italy di un prestito da 6,3 miliardi di euro da Intesa Sanpaolo con garanzia all’80% da parte di Sace (leggasi lo stato italiano) possa in qualche modo avere un impatto sulla distribuzione della cedola straordinaria, il presidente di Fca e della controllante Exor ha replicato senza battere ciglio: «C’è un accordo molto chiaro per la fusione paritaria» con Psa «e su questo sono impegnate le parti». Ricordando le parole del ceo di Fca, Mike Manley, in occasione della trimestrale di Fca, Elkann ha ribadito che «i termini dell’accordo non sono cambiati». E ancora: «Il Covid ha un impatto sul settore auto. La fusione con Psa oggi ha ancora più senso». Precedente negativo per la famiglia Agnelli esista già con i francesi: il gruppo Covéa una settimana fa ha deciso di recedere dall’acquisto già fissato di ParnerRe
Peccato però che un precedente negativo per la famiglia Agnelli esista già con i francesi: il gruppo Covéa una settimana fa ha deciso di recedere dall’acquisto già fissato di ParnerRe da Exor. Il gruppo assicurativo francese si è tirato indietro. Voleva un forte sconto per concludere l’operazione in tempo di pandemia: per loro la società di riassicurazione con sede alle Bermuda non valeva più 9 miliardi di dollari. PartnerRe, controllata al 100% dalla holding della famiglia Agnelli, era stata acquistata a circa 6 miliardi di dollari.
Tornando sul prestito chiesto da Fca Italy, ha ribadito la scusa già addotta sabato notte dal comunicato aziendale: «È legato al settore automotive dell’Italia, che è un paese dove abbiamo una grande presenza», dovendosi però subito correggere: «È uno dei paesi dove abbiamo una grande presenza, perché è in Nord America che la nostra presenza è maggiore».
SECONDO IL PRESIDENTE di Exor – la cassaforte di famiglia – il prestito «è legato all’Italia, per garantire liquidità in questo periodo». «Intesa Sanpaolo ci sta lavorando. Ci sono colloqui in corso, porta benefici al settore ed è coerente con quanto sta accadendo in altri paesi» con forte presenza del settore auto.
Nel frattempo comunque John Elkann si è già assicurato un altro dividendo, seppure molto più piccolo. L’assemblea degli azionisti di Exor ha approvato il Bilancio 2019 della holding e la distribuzione di un dividendo di 0,43 euro per azione, pari a un importo complessivo di 100 milioni. Il dividendo andrà in pagamento il 24 giugno. L’assemblea ha confermato John Elkann quale amministratore esecutivo per i prossimi 3 anni. Elkann resta così presidente e ceo di Exor. Nel cda confermato anche Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Estesa anche l’autorizzazione data al cda per il riacquisto di azioni proprie per un importo massimo di 500 milioni di euro.