Nell’attesa di partorire un governo, e senza maggioranze ancora definite, il Parlamento inizia oggi ad esaminare il Def 2018, con l’audizione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (nella foto LaPresse sabato all’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo). Il documento, che fa il punto sulle condizioni dell’economia e la finanza pubblica, è il primo passo della Legge di Bilancio del prossimo anno. Stante la precarietà dell’esecutivo in carica che l’ha prodotto, non contiene però indicazioni politiche di sorta. È un libro senza l’ultimo capitolo, cioè la soluzione all’enigma dell’Iva, che per legge aumenterà nel 2019 (poi ancora nel 2020). Un rialzo che tutti vogliono evitare, ma che avrebbe bisogno di 30 miliardi di coperture alternative nel biennio. Il governo Gentiloni ha preferito non indicare soluzioni. Ma non c’è una maggioranza in grado di approvare una risoluzione sul Def che indichi una strada da seguire, e non c’è neanche un governo pronto a seguirla. Così, inesorabile, l’aumento dell’Iva si avvicina.