I dati del Centro studi turistici: 18 milioni di presenze l’anno. Confesercenti: identità a rischio
Marzio Fatucchi
Confesercenti Firenze apre la «vertenza turismo» sul centro storico. Partendo dai dati elaborati dal Centro studi turistici che non indicano solo l’aumento dell’affluenza e delle presenza, ma le dinamiche anche dal punto di vista economico e di mobilità. Con nuove tendenze ed un rischio: quello che, dopo anni di «bengodi», se il centro rimarrà solo un luogo per affitti turistici e movida, senza residenti, la città perderà l’appeal che l’ha portata fin qua nel gradimento degli ospiti. Perché ormai siamo a venti milioni di presenze l’anno: oltre 18 milioni di turisti e oltre due milioni di altri «city users» toscani, pendolari, studenti e utilizzatori delle funzioni della città.
Una crescita senza fineDa poco più di 6,7 milioni di presenze ufficiali nel 2000 (e una parte di quelle non ufficiali non rilevante) a 18 milioni di presenze, di cui «solo» 9,4 ufficiali. Se si aggiungono i «city user», si sale a 20 milioni nel 2016. Con alcuni mesi in cui 80-100 mila turisti al giorno affollano i cinque km quadrati del centro Unesco (o solo il Km quadrato del «castrum romano», Signoria-Repubblica-Duomo). Basterebbe questo dato per capire come la città si è trasformata. Ma c’è di più.
La nuova accoglienzaCon una domanda del genere, ovvio che l’offerta della ricettività aumentasse. E lo ha fatto anche questa a ritmi esplosivi: le strutture ricettive sono passate da 838 a 1.471, negli stessi 16 anni. I posti letto da 32.767 a 46.583. Ma al netto delle case trasformate in Airbnb e simili: perché oltre al boom della piattaforma californiana, ci sono stati quelli di altre piattaforme come Booking. Secondo i dati del Cst, ormai ci sono oltre 11 mila case offerte via web. Nel corso dell’anno, si arriva a 16 mila. «Si assistono a fenomeni come le case al mare della Versilia: abitate d’inverno, offerte d’estate. Qui a Firenze vengono offerte durante l’alta stagione» spiega il direttore del Cst, Alessandro Tortelli. E l’alta stagione vede due milioni di turisti presenti, di cui solo una parte «escursionisti».
Le novità su bus e trenoGli «escursionisti» sono quelli che arrivano una sola giornata e vanno via, normalmente entro 6 ore: sono 3,5 milioni l’anno. Un tempo venivano in gran parte in bus: ora l’afflusso cala «ma perché per evitare di pagare il ticket, i bus lasciano i turisti a Sesto, e vengono in treno. O soggiornano a Bologna e in 35 minuti, con l’Alta velocità, arrivano qua» spiega Confesercenti. Non solo: ormai ci sono comitive che arrivano da Roma e Milano in treno. Ancora: ogni giorno, in media, circa 400 mila auto transitano sulle autostrade in arrivo a Firenze. E dall’aeroporto, in 16 anni, gli arrivi sono aumentati di 933 mila passeggeri: ormai l’80% è straniero.
L’impatto positivoUn fenomeno positivo, per l’economia cittadina, ma con un impatto pesante sulla città. L’«orda d’oro», l’aveva definita la Fondazione Predieri, un rischio per la sostenibilità della città. Certo, a fianco di questo ci sono gli incassi aumentati del 45% nei musei statali, la tassa di soggiorno ( 33 milioni di euro nelle casse del Comune), gli oltre due miliardi di spesa dei turisti, i 10 mila esercizi che vivono di turismo, le 4.500 guide fiorentine.
Il rischioUn fenomeno di queste dimensione non è però a somma zero. «Non è più una percezione, è una certezza: il centro di Firenze sta perdendo residenti, veri, e con quelli la sua identità» attacca il presidente di Confesercenti Claudio Bianchi, smentendo la lettura che ha dato il Comune sui «big data» dei cellulari: cioè che a fronte di 18 mila residenti ufficiali ce ne siano oltre 30 mila «reali» in una zona del centro: «Vanno interpretati e capiti: non so se tengono conto dei tani che lavorano di notte, degli studenti, italiani e stranieri. La realtà è che, accanto al mio ristorante, 5 anni fa c’erano solo residenti: ora solo Airbnb». Un fenomeno complesso: «Anche la scelta del decentramento di funzioni a Novoli ha comportato una modifica su cosa è il centro per i fiorentini e per il futuro economico della città. Ora dobbiamo imparare a gestire il turismo, e ridare spazio alla residenza, per evitare di perdere davvero l’identità e non far entrare il turismo in sofferenza: perché ha avuto un effetto anticiclico sulla crisi» prosegue Bianchi. «I flussi di turisti aumentano, ma è arrivato il momento di gestirli, con sistemi innovativi, sostenibili» aggiunge Cristina Pagani, presidente Assohotel Confesercenti Firenze
Le proposteConfesercenti ha stilato 12 proposte, da alcune minimali come pensare a nuovi bagni pubblici e sistemi di sedute (perché se ci sono 80 mila persone in centro, vorranno sedersi) a più complessi, come rivedere il sistema di mobilità alternativa «visto anche il successo di Mobike» e di carico-scarico «superando l’attuale anarchia, ci sono troppe deroghe per le consegne h24», cioè tutto il giorno. Ma anche una nuova promozione, che destagionalizzi il più possibile. Ed un nuovo info-point per i turisti nell’ex chiesa dei Barnabiti: in quelli attuali passano un milione di turisti l’anno.
Il convegno e la rispostaDi tutto questo Confesercenti ha parlato con l’assessore al Turismo del Comune di Firenze, Anna Paola Concia, che sta lavorando con le altre città d’arte e turismo italiane (Napoli, Roma, Venezia e Milano) su come affrontare l’«orda d’oro» e trovare modalità di sostenibilità urbana. «Abbiamo deciso — commenta insieme a Confesercenti qui al convegno di mettere in piedi un piano strategico sul turismo con tutta la filiera e gli operatori del settore. Questo ci permetterà di fare sistema nel governo di un fenomeno in crescita puntando sul turismo come risorsa».