di Pierluigi Piccini
È già da qualche tempo che si sentono in giro i nomi di probabili candidati a sindaco. Si sente di tutto: da Angelo Riccaboni a Francesco Frati, da Emanuele Montomoli a Paola Piomboni a Susanna Cenni, e via discorrendo. Sembra di rivivere il periodo del mercato calcistico, quando ognuno ha il giocatore giusto, il fenomeno che può risolvere con la sua abilità i problemi delle squadre acquirenti. Già, le squadre: al momento i nomi che vengono fatti sono privi di questo elemento non secondario, a supporto. E ai nomi si aggiungono altri nomi, in un esercizio troppo prematuro visto che le elezioni sono solo nella primavera del 2023. Altre scadenze incideranno sulla scelta dei candidati sindaco, due in modo particolare: la nomina del presidente della Fondazione Monte dei Paschi e quella del rettore dell’Università di Siena. Tutte e due nel 2022 e tutte e due a distanza di poche settimane: la prima nell’aprile e la seconda fra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
Per la presidenza della Fondazione, il nome che si sentiva nel mondo degli addetti ai lavori è quello di Daniele Tacconi, almeno fino a poco tempo fa. Tacconi sembra essere stato soppiantato da Paolo Chiappini, che nel frattempo ha migliorato anche i suoi rapporti con Siena dopo che suo figlio è diventato dipendente del Comune di Siena. Su Tacconi pesa una norma statutaria della Fondazione, che non permette la sua nomina nell’immediato. Chiappini, viceversa, godrebbe della fiducia dell’avvocato De Mossi amico istituzionale di Eugenio Giani. In questo caso l’amicizia è tutta a discapito del Pd senese, che tentò di bloccare la nomina di Chiappini da parte della Regione. Staremo a vedere, ma la situazione è fluida e ancora non è dato capire cosa farà il presidente uscente. Visto come si sono messe le cose dopo la rottura fra Mps e UniCredit, l’aver accettato quei 150 milioni di euro è diventato un peccato veniale. Poi, la decisione di transare con il Mef, non è stata collegiale?
Per quanto riguarda il Rettore, al momento di chiaro c’è solo, non avendo nessuna ufficialità, uno dei probabili candidati il professore ordinario di medicina Francesco Dotta, candidato che avrebbe l’appoggio dell’ex rettore Angelo Riccaboni. Se fosse vera la disponibilità di quest’ultimo a fare il candidato a Sindaco, ecco che si troverebbe a giocare due partite e a voler giocare un solo ruolo. Da quello che si capisce i due nomi non convincono pienamente né per il rettorato, né per la candidatura a sindaco, salvo solo per una parte del Pd, ma è quello stesso Pd che, se non vuole perdere il campionato, deve essere in grado di fare squadra. Attualmente, gli esponenti del Pd senese sono in ritiro congressuale pre-campionato. Molto dipenderà da quale allenatore sceglieranno e con quali alleanze e soprattutto per fare cosa. L’alternativa a Dotta ancora non si conosce, ma è risultato strano che Frati abbia fatto un endorsement per un rettore donna. Cosa che non è piaciuta a Riccaboni, suo grande sostenitore, e in più non si è capito a quale donna facesse riferimento. Questo è il toto nomi che gira, senza uno straccio di contenuto, del resto è difficile averlo: i due ambienti di cui stiamo parlando perseguono altre logiche da quelle delle elezioni amministrative, come può essere quella si un sindaco. Per il primo cittadino serve un altro metodo fatto di criteri, ma su questo ci si ritornerà.
(2-continua)