Sbarcano qui, ma più della metà non vede la città. «Negozi chiusi e pochi investimenti»
Giacomo Salvini
LIVORNO Una città che sul fronte del turismo potrebbe fare molto di più per attrarre e trattenere le migliaia di crocieristi che ogni settimana sbarcano a Livorno. È questa la sintesi del rapporto «Welcome to Livorno, Port for Tuscany», svolto dall’Istituto di Programmazione Economica della Regione (Irpet) con l’Autorità Portuale e Porto 2000, presentato ieri in Fortezza Vecchia. La ricerca, condotta attraverso i metodi dell’analisi comparativa, mette in evidenza come la maggior parte dei crocieristi che sbarcano (54%) non passi nemmeno qualche ora in città preferendo visitare Firenze (22%) e Pisa (30%); inoltre meno di un turista su tre (31%) sceglie Livorno come meta esclusiva, ed è sempre un terzo il rapporto tra i soldi spesi dai crocieristi e quelli che spesi sul territorio livornese: 37 milioni contro 10.
Nel rapporto Irpet emerge come «sia nel segmento delle crociere low cost sia in quello del lusso vi sia una domanda potenziale ancora non pienamente sfruttata e soddisfatta a causa della carenza dell’offerta di destinazione, a Livorno e nel suo territorio». E le cause vanno ricercate nelle carenze di Livorno nell’accogliere i turisti come la mancanza di comunicazione della città, una segnaletica inesistente, orari troppo rigidi dei commercianti e la penuria di investimenti pubblici. L’assessore al Turismo Francesco Belais replica che l’amministrazione si è mossa molto per rendere la città più attrattiva: «Abbiamo aperto il Museo della Città che ha caratteristiche internazionali e le principali manifestazioni cittadine sono in crescita, ma c’è ancora molto da fare: non avremo mai la stessa storia di Pisa e Firenze ma dobbiamo iniziare a giocarcela».
Durante il convegno a cui hanno partecipato anche il Presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda e l’assessore regionale al Turismo Stefano Ciuoffo, si è parlato anche della netta diminuzione degli sbarchi a Livorno negli ultimi cinque anni (- 300.000 passeggeri), con un calo del 10% solo tra il 2016 e il 2017. Questo è dovuto, si legge, oltre che all’instabilità politica e alla minaccia terroristica, anche a «problemi di competitività portuale» e in particolare ai «limiti infrastrutturali» che hanno giocato «un ruolo rilevante in negativo per la città».
A questo proposito la Darsena Europa, progetto di espansione e collegamento del porto, potrebbe giocare un ruolo fondamentale per aumentare la competitività dello scalo. Secondo i dati Irpet, l’attività crocieristica del porto di Livorno lo scorso anno ha avuto un impatto economico particolarmente rilevante sul territorio regionale: nel 2016 a fronte di una spesa pari a 52, 2 milioni di euro (il 49% all’interno del territorio livornese) il valore aggiunto è stato di 26,7 milioni e 31,6 milioni di Pil. Secondo il Presidente dell’Autorità Portuale Stefano Corsini il settore «è in continua crescita e nei prossimi anni porterà a ricadute positive». Questo, si legge nelle conclusioni, potrà avvenire solo attraverso un’azione coordinata tra Comune, Authority e Porto 2000 e a miglioramenti pratici per rendere più attrattiva la città come un rapporto costante con i tour operator che dovranno «vendere» la città ai crocieristi, una maggiore efficienza degli uffici informativi e della segnaletica stradale, un investimento per «comunicare Livorno» e infine l’individuazione di nuovi canali di finanziamento pubblici e privati. Solo così Livorno potrà competere con mete più ambite come Pisa e Firenze.
Fonte: Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/