Milano L’annuncio del ministro. Alleanza con il «Mufoco» di Cinisello Balsamo. Boeri: «Come il Moma», Franceschini: sarà alla Triennale
di Annachiara Sacchidi Annachiara Sacchidi Annachiara Sacchi
Il videomessaggio romano di Dario Franceschini viene accolto in un primo momento con garbata diplomazia: tutti, alla Triennale, si aspettano parole di incoraggiamento e stima per le due mostre che apriranno al pubblico domani, le fotografie (non a caso) di Claudia Andujar; il lavoro di Enzo Mari a cura di Hans Ulrich Obrist. Ma il ministro non si limita ai complimenti. Supera lo schema istituzionale e sorprende tutti — perfino Stefano Boeri — con un annuncio: «A Milano nascerà il Museo nazionale della Fotografia e avrà sede proprio alla Triennale». Si parte nell’autunno 2021.
Giovanni Gastel, Oliviero Toscani, i geni dello scatto, i fotografi del paesaggio. Con loro, i maestri del design, altra materia di elezione della fondazione milanese. Le loro immagini vivranno insieme in 1.500 metri quadrati di archivio accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori. E a questo enorme catalogo si aggiungeranno le mostre sparse per tutto il Palazzo dell’Arte. Stefano Boeri, presidente della Triennale, immagina così il nuovo museo che sarà ospitato nella Galleria al piano terra (entrando sulla sinistra) e che potrà contare — si presume — su un investimento da parte del ministero dei Beni culturali di alcuni milioni di euro. E sull’alleanza strategica (guai a chiamarla cannibalizzazione) con il Mufoco di Cinisello Balsamo, il Museo di Fotografia contemporanea nato nel 2004 e che possiede un patrimonio di 2 milioni di immagini, di cui oltre 56 mila digitalizzate, e una biblioteca di 20 mila volumi.
Le parole del ministro: «Sono qui per sostenere la Triennale nell’iniziativa su cui stiamo lavorando: dopo il Museo del Design italiano, nascerà un grande Museo nazionale della Fotografia che partirà dalla collaborazione con il Mufoco e con il suo straordinario archivio». Sostegno pieno del ministero alla Triennale. Nella gestione ordinaria, nell’emergenza Covid, e ora anche in questo nuovo progetto «che doti l’Italia finalmente di un Museo della Fotografia. Abbiamo davvero un grande lavoro da fare insieme», spiega ancora Franceschini proiettato su uno schermo gigante.
Palazzo dell’Arte
Sarà ospitato nella Galleria al piano terra. Apertura prevista: autunno 2021
Come fare questo lavoro e come cambiare veste alla Triennale facendola diventare casa di un altro museo (oltre a quello del Design) Boeri lo immagina già: spostare gli archivi da Cinisello a Milano, dotare il Palazzo dell’Arte di uno spazio permanente per chi voglia studiare, ammirare, capire il valore della fotografia e del suo immenso patrimonio culturale, e contemporaneamente, valorizzare artisti e fondi con esposizioni a tema, monografie, mostre collettive. «Abbiamo già avviato l’iter per ricevere alcune importanti donazioni. La Triennale — precisa ancora Boeri — mantiene un rapporto privilegiato con il museo di Cinisello Balsamo e la sua sede di Villa Ghirlanda. Non penalizzeremo nessuno, saremo come il Moma e la sua emanazione nel Queens, il PS1».
Sede centrale e sede periferica. Se ne parlava da tempo (e anche ieri era in programma una riunione operativa, poi saltata vista l’assenza «fisica» di Franceschini). Da anni il Mufoco aveva bisogno di una «ristrutturazione», e da almeno due si immaginava una collaborazione ancora più stretta (rispetto a quella in corso) con la Triennale.
Giacomo Ghilardi, sindaco di Cinisello Balsamo, sembra il meno sorpreso dall’accelerazione impressa dal ministro al progetto di un museo nazionale (ma milanese) della fotografia. «Abbiamo sempre lavorato con la Triennale — dice — e siamo molto contenti delle parole del ministro Franceschini. Ora speriamo nei gesti concreti e di passare subito ai fatti. Dopo 45 secondi di video ci aspettiamo che si parta con i tavoli operativi. Preoccupati per la nostra identità? Assolutamente no: continuiamo a promuovere la cultura nei territori. E no, non cambieremo nome». Partnership serena la definisce anche Gabriella Guerci, direttore del museo di Cinisello: «Siamo molto contenti di collaborare con la Triennale. Il Mufoco reclama e merita il giusto rilancio».