Il filosofo “La Chiesa sposa l’Illuminismo ma sarà inascoltata”

di Maria Novella De Luca
«Credo che l’elemento di novità di questa enciclica sia il ponte che getta tra Illuminismo e cattolicesimo. Il Papa più volte utilizza le parole libertà, uguaglianza e fraternità, ossia il fulcro di quel pensiero laico storicamente opposto al pensiero della Chiesa. Da un punto di visto politico “Fratelli Tutti” è un po’ più incisiva delle precedenti, anche se resta nel solco, ormai tradizionale, delle encicliche sociali di critica alla globalizzazione».
Massimo Cacciari, filosofo e voce laica, non nasconde le sue riserve. «Il discorso di Bergoglio è un grande appello alla fraternità universale che resterà, lo sappiamo, purtroppo inascoltato».
È però un appello che si schiera con forza contro le disuguaglianze, contro la pena di morte, dalla parte dei migranti, denuncia lo sfruttamento senza regole del pianeta.
«Temi, appunto, ormai classici nelle encicliche della Chiesa. Insomma è naturale che Bergoglio parli delle tragedie del mondo in questi termini.
Un elemento di novità, invece, è la condanna non solo della guerra, ma anche della guerra-giusta. Finalmente la Chiesa si è schierata contro».
E la definizione del virus non come “castigo divino” o “rivolta della natura”, ma come “la realtà stessa che geme”?
«Ci mancherebbe che il Papa definisse la pandemia un castigo divino. E anche la Natura c’entra poco. È l’uomo che geme, la Natura risorge sempre, saremo noi, con i disastri che combiniamo nell’ambiente a non poter più vivere un giorno su questo pianeta. La Natura, invece, troverà il modo di sopravviverci».
Ci sono nell’enciclica di Bergoglio indicazioni precise, politiche. La riforma dell’Onu. Contro sovranismi e nazionalismi. In un mondo ormai incapace di prevenire la guerra.
«Un richiamo giusto, l’Onu sembra aver fallito il suo compito che è quello di trovare mediazioni e mettere fine ai conflitti. Ma dietro queste parole, concrete, sento invece lo smarrimento di chi, con sensibilità religiosa, si chiede perché in questi giorni bui stia invece vincendo l’Anticristo. C’è un senso di apocalisse in questa parte dell’enciclica».
Non c’è soltanto sconforto. Bergoglio indica il dialogo come antidoto alla disperazione. “Fratelli Tutti”, appunto.
«Un appello universale e tale resterà, soltanto un appello. Giustamente il Papa invoca il dialogo tra diversi, ma ignora l’altra parte del discorso, l’unica che può cambiare le cose. Ossia la ricerca dei minimi comun denominatori che poi possono permettere di trovare soluzioni per governare, per mediare conflitti. Non basta il Buon Samaritano, ci vuole la politica».
Certo, ma il Papa utilizza quella parabola per invitarci a costruire nuovi legami sociali, non voltando le spalle al dolore degli altri .
«È quello che ci aspettiamo di sentire da un Papa. Ma non basta. Non c’è una vera critica radicale al sistema che crea le disuguaglianze, a un sistema politico fondato sull’intreccio tra burocrazia e finanza».
Condivide il concetto che il Covid, come dice Francesco, ci ha messi tutti sulla stessa barca e nessuno può salvarsi da solo? Ognuno di noi può contagiare ed essere contagiato.
«È la realtà. Ma il virus non ha fatto altro che rimarcare e approfondire immense differenze sociali».
Insomma Cacciari, questa enciclica “Fratelli tutti” non l’ha convinta?
«Trovo che non abbia grandi elementi di novità. Povertà, ambiente, ecologia, critica alla globalizzazione sono cavalli di battaglia della Chiesa, direi ormai da un secolo. La sorpresa, invece, sono quelle tre parole: libertà, eguaglianza, fraternità».
Cosa l’ha stupita?
«Leggere più volte nell’enciclica termini che sono stati il simbolo dell’Illuminismo, detestato dalla Chiesa. Parole che sono diventate oggi un ponte con il mondo laico, in quanto valori universali per credenti e non credenti. Insieme alla condanna della “guerra giusta” questi passi dell’enciclica “Fratelli Tutti” rappresentano, effettivamente, qualcosa di nuovo».
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