Non possono esserci sogni premonitori perché il futuro non esiste. Esiste la realtà che viene creata dal pensiero che si genera nel qui e ora. Quei pezzi di sogno che diventano realtà potrebbe essere spiegati con la legge dei grandi numeri. Una cosa del tipo: tenendo conto del numero di persone che ad una certa ora della notte dormono e sognano, è probabile che qualcuno veda il proprio contenuto onirico coincidere con qualche evento che accade veramente. Poi esiste la teoria del cervello quantico e tutto torna ad essere spiegabile. Anche l’esistenza dell’anima.
L’approccio quantico introduce un’altra spiegazione che propende a favore del sogno premonitore, ma più che premonitore si tratterebbe di un contenuto del sogno indotto. Infatti, oltre che ragionare in termini probabilistici si può ragionare, sempre rimanendo in ambito quantistico, in termini di energia quantica. I quanti sono diversi dagli oggetti che si incontrano in fisica classica. Sono particelle virtuali che trasferiscono energia e impulsi tra le particelle reali durante le loro interazioni. Quando sufficientemente isolati dall’ambiente possono essere considerati come onde. Non sono onde materiali, come le onde del mare, ma onde di probabilità. Il picco dell’onda indica la posizione nella quale si ha la massima probabilità di trovare una particella e le diverse posizioni possibili per la particella sono indicate come sovrapposizioni quantistiche. In altre parole la probabilità è quella di trovare un quanto in quella determinata posizione.
Roger Penrose, il matematico, fisico e cosmologo britannico insignito quest’anno del premio Nobel per la fisica, prendendo come spunto alcune scoperte del neurologo Stuart Hameroff, ha elaborato una teoria secondo la quale la coscienza potrebbe essere il risultato di fenomeni quantistici ancora ignoti, che avrebbero luogo nei microtubuli dei neuroni e che rientrerebbero in una nuova teoria definita teoria della coscienza quantistica o “riduzione obiettiva orchestrata”, abbreviata in Orch-Or, da orchestred objective reduction.Quando scrisse il suo primo libro sulla coscienza, La mente nuova dell’imperatore, nel 1989, Penrose non disponeva di una proposta dettagliata su come funzionassero i processi quantistici nel cervello. Successivamente, Stuart Hameroff, suggerì a Penrose che certe strutture all’interno delle cellule cerebrali (neuroni) potevano essere candidati idonei alla trasformazione quantistica e di conseguenza al fenomeno della coscienza. La teoria Orch-OR nacque, quindi, dalla collaborazione di questi due scienziati ed è stata esposta nel volume Ombre della Mente (1994).
Hameroff ha contributo alla teoria derivata dallo studio delle cellule cerebrali (neuroni). Il suo interesse si è focalizzato sul citoscheletro, che fornisce la struttura interna di sostegno per i neuroni, e in particolare sui microtubuli, che sono la componente più importante del citoscheletro. Come si legge nei recenti lavori scientifici il ruolo del citoscheletro e dei microtubuli ha assunto enorme rilevanza. Oltre a fornire una struttura di supporto per la cellula, le funzioni note dei microtubuli comprendono il trasporto delle molecole, tra le quali anche le molecole dei neurotrasmettitori legati dalle sinapsi, il controllo dei movimenti della cellula, la sua crescita e la sua forma. Hameroff ha proposto che i microtubuli siano anche i candidati idonei a supportare l’elaborazione quantistica. Secondo Hameroff,è possibile che esista un’energia generata dai neuroni che comunichi a un livello diverso dalla coscienza e che sia in grado di passare come un’onda da un cervello all’altro.
Il funzionamento del cervello umano non può essere spiegato solo con l’utilizzo di modelli matematici tradizionali come si trattasse di un’intelligenza artificiale. Roger Penrose ha provato ad usare un modello simile alla teoria quantistica. La scoperta è stata che la coscienza potrebbe essere il risultato di onde quantiche generate nei microtubuli dei neuroni. Quindi si può ipotizzare che il campo quantico originato dal nostro cervello sia in grado di interagire con le vibrazioni energetiche degli stati quantici che costituiscono la realtà. L’energia originata dal campo quantico del nostro cervello sarebbe quindi in grado di passare da un cervello all’altro, stimolando e condizionando comportamenti. Senza limiti di distanza né tempo, perché, l’energia non si riduce mai e rimane costante nel tempo e nello spazio. “C’è un fatto,” come dice Richard Feyman, “o se volete una legge, che governa i fenomeni naturali sinora noti. Non ci sono eccezioni a questa legge, per quanto ne sappiamo è esatta. La legge si chiama Conservazione dell’energia ed è veramente un’idea molto astratta, perché è un principio matematico. Dice che c’è una grandezza numerica che non cambia, qualsiasi cosa accada. Non descrive un meccanismo o qualcosa di concreto, è solo un fatto un po’ strano. Possiamo calcolare un numero e quando finiamo di osservare la natura che esegue i suoi giochi e ricalcoliamo il numero, troviamo che non è cambiato”.
Si può quindi ipotizzare che l’energia quantistica di un cervello cosciente interagisca di continuo con altri cervelli, registrando le variazioni prodotte dalle emozioni ed entrando in sintonia, come onde sovrapposte, quando si verificano emozioni analoghe. L’analogia può essere qualitativa, nel caso di emozioni simili o di persone che vivono la stessa situazione perché vicine oppure quantitativa, nel caso di variazioni molto intense, come negli eventi catastrofici.
Tornando ai sogni premonitori, tutti abbiamo esperienze dirette o raccontate di sogni che riguardano fatti personali legati ad eventi catastrofici su persone a noi care e vicine, come prevedere una malattia, una morte, un incidente, ecc. In tale contesto è lecito ipotizzare che la funzione quantistica legata al campo di una persona cara, possa costantemente interagire con il campo quantistico personale arrivandone persino a percepire quelle variazioni energetiche che si originano in prossimità temporale di un evento catastrofico. In altre parole, sembra possibile che un catalizzatore come l’amore (in senso molto generico) possa consentire ed attivare la percezione della variazione di campo della persona cara e questo è sufficiente perché il nostro inconscio possa elaborare una struttura simbolica onirica per la comunicazione a livelli superiori della memoria (sogno premonitore).
È ipotizzabile che il cervello, che percepisce la grossa variazione energetica causata da un evento catastrofico, la elabori a livello inconscio e la trasformi in sogno. Allo stesso modo, quell’emozione così forte che chiamiamo amore, potrebbe essere in grado di produrre variazioni di energia e genera contenuti onirici. Anche l’energia quantica deve sottostare alle legge di conservazione e non può essere distrutta alla morte fisica del cervello ma rimane, come un’esistenza infinita, non in un puerile aldilà, ma in quell’universo parallelo che coesiste fuori del nostro spazio/tempo.
La spiegazione dell’anima, se esiste davvero.
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