Intervento
di Giovanni Gigli, della segreteria del Movimento Per Siena
Il regolamento del Palio che è giunto fino a noi, attraverso progressive modifiche e aggiustamenti che coprono un arco temporale di esattamente 300 anni (1721), rappresenta uno strumento normativo per stabilire le regole organizzative necessarie per far in modo che la Festa possa svolgersi, non solo seguendo regole uguali per tutti, ma anche per fissarne le motivazioni storiche da cui trae origine.
La più importante tra queste è senza dubbio la doppia ricorrenza del 2 luglio (Visitazione di Maria) e 16 agosto (Assunzione al cielo), codificata intenzionalmente all’articolo 1. È per questo motivo che le dichiarazioni del sindaco De Mossi, per quanto si è potuto capire, di prevederne la sospensione (l’istituto della sospensione non è previsto dal Regolamento) per un eventuale spostamento temporale a fine agosto, quello di luglio, e a fine settembre quello di agosto, non solo va contro il regolamento ma snatura l’essenza stessa dello spirito del Palio.
Ma l’avvocato De Mossi si è spinto anche più in là paragonando addirittura il tre volte secolare regolamento del Palio ad un Dpcm governativo, affermando che per qualcuno sono provvedimenti illegittimi. Dunque dobbiamo dedurre che per il sindaco il Regolamento del Palio può essere un atto di natura irregolare? La pervicace volontà di scardinare le basi fondamentali su cui il Palio si sostiene, è comprovata anche dal fatto che De Mossi tende a giustificare gli spostamenti di data, richiamando i casi del passato quando per motivi di maltempo, la corsa del Palio è stata rinviata ai giorni successivi, dimenticandosi che questo evento è previsto all’articolo 90 del regolamento. In linea teorica spostare le carriere di luglio ed agosto significherebbe svolgere non due palii ordinari ma due palii straordinari e magari un terzo a ottobre con la conseguente procedura prevista dal regolamento.
Avere a cuore i princìpi cardine del Regolamento (temporale, di luogo e di partecipazione) esigendone il rispetto non significa trascurare i valori sociali e di attaccamento nei confronti di una Festa secolare che coinvolge le vite di molti senesi. Viceversa esprime la volontà di preservarne i valori tradizionali e storici da facili forzature, abilmente presentate nel momento dell’estrema crisi che attraversa la città a causa della pandemia. Meglio sarebbe concentrare energie e idee per sostenere le Contrade a riconquistare quella salutare convivialità di cui tutti sentono dolorosamente l’assenza. Secondo il sindaco De Mossi, solo il Prefetto o il Governo potrebbero indicargli, nell’immediato futuro, la via dell’annullamento, in base ad una situazione sanitaria in continua evoluzione; evoluzione di cui, invece, dovrebbe proprio lui farsi carico come massima autorità sanitaria. È una questione di opportunità che attiene ad una Festa complessa come quella senese, che coinvolge contradaioli, cittadini e turisti. Evidentemente, il sindaco preferisce umiliare ulteriormente la natura del Palio di Siena, delegando ad altri una decisione che spetterebbe autonomamente all’Amministrazione comunale, nel rispetto di quel regolamento che prevede tempi, modi e cadenze ben precise e che ad oggi imporrebbero una decisione coraggiosa, ma anche di estremo rispetto verso il Palio ed i senesi. Nulla impedisce di indire un Palio straordinario in tempi sicuri che avrebbero dato garanzie ulteriori, ma la questione delle squalifiche di alcune Contrade è più forte del Regolamento e delle opportunità legate alla sicurezza.