Una mostra personale del poeta e artista senese Massimo Lippi dal titolo Finis Terrae generata da una performance caratterizzata dalla fasciatura del tronco di alcuni alberi con la candida tela dei pittori sulla quale il Maestro ha impresso un messaggio figurato che esprime l’importanza del creato e il grido di allarme per la custodia della terra.
Proposta dallo stesso artista e recepita dall’assessorato alla Cultura, Finis Terrae, inaugurata lo scorso 24 giugno, resterà visitabile, a ingresso libero, al Bastione della Madonna della Fortezza Medicea di Siena fino al 31 agosto (10,30-13 e 17,30-20).
Dopo le analoghe esperienze su scala internazionale, dai tropici alla Polonia, da New York all’Armenia, da Venezia a Mosca, anche gli alberi di Siena sono oggetto di una fasciatura dal significato metaforico come simboli del dissesto ecologico, esteso quanto drammatico, che si riversa catastroficamente sulle sorti del pianeta. «La fasciatura vuole rendere plasticamente visibile – commenta il Maestro la fraternità tra la natura e l’uomo che ha in custodia i beni della terra. Questa opera intende manifestare un alfabeto del dolore e della speranza attraverso una pittura con il colore rosso vivo del sangue. E uno spontaneo grido d’allarme, ma allo stesso tempo festoso e pieno di fiducia nell’Umanità nascente che vorrà accogliere, con rinnovata innocenza, i gravissimi problemi di un mondo altrimenti destinato all’estinzione». «In tale contesto – prosegue Lippi – gli alberi possono essere considerati delle persone vere, ferite dalla nostra mortale indifferenza e da un allarmante visione possessiva dei beni comuni: l’aria il cibo, la terra, la bellezza del creato. Così, le installazioni schiette ed essenziali di Finis Terrae intendono suscitare una potente suggestione capace di illuminare la coscienza di ogni uomo che, magari, non della terra, perché possa diffondersi tra i popoli la fraterna consapevolezza di un destino comune: «Nella convinzione – conclude l’artista – che l’impegno quotidiano e capillare nel tessuto della natura e della storia possa avviare un sottile processo di ragionamenti spirituali che, attraverso la poesia e l’arte, suscitino un risveglio della coscienza individuale e collettiva».
Il luogo dove Massimo Lippi raccoglie i suoi pensieri e le sue opere è anche l’antica fortezza di Siena, popolata dal nome di Brandano, protestatario mistico Senese del secolo XVI, e dagli alberi svettanti che respirano al cospetto della Città murata. L’iniziativa rilancia e valorizza i cinquant’anni di impegno che Lippi ha dedicato alla poesia e con cui il poeta e artista senese vuole lanciare un messaggio di speranza per le sorti del pianeta».
Il messaggio di Finis lérrae, coerente con le battaglie che Lippi conduce da sempre a favore dell’ambiente, vuole contribuire a rendere le persone sempre più attente e sensibili per la tutela del loro stesso habitat, della loro città e all’arte con una continua e sorgiva potenza creativa, realizzando opere apprezzate e promosse da artisti, filosofi, scrittori e poeti quali Elsa Morante, Franco Fortini, Giorgio Caproni, Mario Luzi, Giovanni Raboni, Giorgio Agamben, Ginevra Bompiani, Ruggero Savinio, Enzo Carli, Giovanni Testori, e tanti altri.
domenica, 30 luglio 2017 | TOSCANA OGGI |