Ecco le città più ricche d’Italia: il comune di Bocelli batte tutti.

Secondo le dichiarazioni Irpef 2017 Lajatico, vicino Pisa, è per la prima volta in testa. Sono le regioni del Nord a dominare. Tra Roma e Milano la differenza è di 5 mila euro l’anno
È Lajatico, comune della Val d’Era, a una quarantina di chilometri da Pisa, il comune più “ricco” d’Italia. In base ai dati delle denunce dei redditi 2016 pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del Tesoro nei giorni scorsi, e rielaborati dal centro studi Twig, il piccolo e affascinante centro Toscano, patria e residenza del celebre tenore Andrea Bocelli, è riuscito a strappare il primo posto al “berlusconiano” Basiglio, centro vicino a Milano, noto per le realizzazioni edilizie del Cavaliere, e fino ad oggi in testa alla classifica.

Lajatico ha recuperato in un anno ben 26 posizioni raggiungendo un reddito imponibile pro capite pari a 45.393 euro, risultato sul quale è probabile che abbiano pesato le sorti finanziarie del suo illustre contribuente. Si appanna, anche se rimane a quota 43.134 euro di reddito imponibile dichiarato al fisco nel 2017 (cioè sui redditi del 2016) la stella di Basiglio che tuttavia resta sempre a livelli più che doppi rispetto alla media nazionale di imponibile pro capite che – ricordiamolo – è di 19.500 euro.

Per il resto la classifica di Twig, società guidata da Aldo Cristadoro, registra nella “top ten” dei centri più opulenti, piccole cittadine del Nord, soprattutto in provincia di Milano e Torino. Cusago, nella campagna milanese (38.373 euro); Torre d’Isola nei pressi di Pavia immersa nel Parco del Ticino (33.322 euro pro capite); Pino torinese, sulla collina, detta la Berverly Hills d’Italia (33.025 euro pro capite). New entry San Pietro Val Lemina, 1.500 abitanti nei pressi di Pinerolo che balza dal 91 al sesto posto. Anche in questo caso, come conferma la sindaca Anna Balangero, la zona attrae residenti facoltosi e il reddito medio cresce: da qualche tempo si moltiplicano le ristrutturazioni di casali e cascine e nuovi residenti, imprenditori e professionisti, spingono verso l’alto il reddito medio.

Se si guarda alla classifica dei capoluoghi, i tre importanti centri lombardi sono ben saldi sul podio: Milano (30.737 euro), Monza (reddito imponibile pro capite 27.662) e Bergamo (27.483). La sfida tra Milano e Roma, privilegia ancora una volta il capoluogo lombardo, perché la Capitale resta inchiodata a 24.803 euro. Quanto alle Regioni: la Lombardia si colloca al “top” (23.066 euro) e il fanalino di coda è la Calabria (14.270 euro). Nel zone di testa della classifica da segnalare che l’Emilia Romagna scavalca il Lazio al secondo posto e lo lascia in terza posizione. In coda va bene la Puglia che ruba alla Basilicata il diciottesimo posto.

Complessivamente, per tornare all’Italia dei campanili, sono i Municipi più piccoli i più poveri. Tranne che per la cima della classifica dove ci sono micro-Comuni che assumono la caratteristica di ricche zone residenziali o centri dove la presenza di un contribuente illustre è in grado di spostare l’ago della bilancia, sotto i 5.000 abitanti non si va oltre un reddito imponibile pro capite di 17.083 euro. Per portare il reddito medio pro capite sopra i 24.213 euro bisogna guardare ai centri con oltre 250 mila abitanti.

Infine le differenze di genere che quest’anno debuttano nella consueta analisi del ministero del Tesoro e che Twig ha rielaborato. La realtà è che più sale il reddito più diminuisce la presenza di donne. Ad esempio, in una posizione dirigenziale, come quella che dà diritto ad un imponibile tra i 100 e i 120 mila euro annui, c’è il 78 per cento degli uomini e il 22 per cento delle donne.