E’ un problema di metodo o di sostanza?

Lo scontro che agita le Contrade «Siena sta perdendo l’identità»

Il manifesto dell’Aquila: troppa accoglienza per turisti. Le altre: errore dirlo così

Aldo Tani

 

siena Nemmeno con il tufo in piazza si vede tanta polvere. Eppure, la «foschia» che avvolge il mondo del Contrade è degna di un Palio avvincente. Causata dallo strappo che si è consumato tra la Nobile Contrada dell’Aquila e il resto delle consorelle. Qualcosa di inusuale, perché da sempre i 17 rioni parlano con una voce sola, quella del Rettore del Magistrato delle Contrade.

E dunque ha fatto rumore il manifesto fatto affiggere in tutta la città dall’Aquila, u n documento che più o meno esplicitamente ha preso di mira più livelli della comunità: «La Città, le Contrade e i Senesi non possono più permettersi un altro anno senza Palio, aspettando passivamente che sia dichiarata la fine dell’emergenza sanitaria. È tempo dunque di abbandonare ogni piccola strategia individuale, e agire collettivamente come una sola comunità, indirizzata sull’obiettivo a correre il Palio 2022, anche a patto di alcune tollerabili restrizioni, da concertare con le autorità competenti». Un riferimento alla possibilità che alcune Contrade potessero dire no a un Palio straordinario per non avvantaggiare le avversarie e permettergli con una carriera in più di scontare le squalifiche.

Poi c’è l’accusa a una parte della cittadinanza di guardare più a una logica economica che alla tradizione: «Percorrendo le strade di Siena durante la nostra festa titolare, abbiamo trovato una parte della città quasi infastidita dai tamburi e dalle bandiere, incline esclusivamente all’accoglienza “commerciale” di ospiti inconsapevoli e irriguardosi della nostra preziosa identità». Un riferimento all’episodio che ha visto coinvolti la stessa Aquila, impegnata nel giro di omaggio alla città, e alcuni partecipanti alla Gran fondo — Strade Bianche, venuti a contatto e in maniera non amichevole. Una vicenda stigmatizzata dallo stesso rettore Claudio Rossi, che il giorno successivo incontrò il sindaco De Mossi insieme al priore aquilino Francesco Squillace.

I due si sono rivisti anche mercoledì sera nella riunione del Magistrato, siglando una pace con un documento a firma delle 17 Contrade. Ma nel documento non è mancata però una critica all’Aquila: «Le sedici Consorelle esprimono stupore e contrarietà verso la modalità di comunicazione scelta dalla suddetta Contrada, in quanto ritengono che singole esternazioni rendano meno efficace ogni e qualsivoglia presa di posizione che interessi tutte le Consorelle». Ma soprattutto viene ribadito la veste di guida per qualunque azione dello stesso organismo collegiale: «Il Magistrato delle Contrade riafferma, come previsto dalle sue Costituzioni, il proprio ruolo esclusivo di tutela dell’interesse collettivo delle Contrade nei rapporti con le Autorità».

 

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