Dopo Gkn la Timken di Brescia Nuovo licenziamento collettivo

di Rosaria Amato
ROMA — Mentre a Firenze i lavoratori della Gkn sfilavano per rivendicare il diritto al lavoro e al rispetto delle regole sulle chiusure aziendali, ieri mattina è arrivato l’annuncio di un nuovo licenziamento collettivo. Si tratta della Timken di Villa Carcina (Brescia), stabilimento di una multinazionale Usa che opera nell’indotto automotive, come la Gkn, presente in 30 Paesi con 17 mila dipendenti. «Sono a conoscenza che i 106 lavoratori sono in presidio permanente – dice la viceministra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde – . Proprio per questo in tempi brevissimi avvierò interlocuzioni con la Regione, l’azienda e le organizzazioni sindacali per discutere concretamente in che modo procedere. Fatto questo passaggio, valuteremo con tutte le parti la convocazione del tavolo al Mise».
Un tavolo che si aggiunge ai tanti già aperti: domani appuntamento con i manager di Elica, vertenza aperta prima dello sblocco dei licenziamenti, 400 esuberi per delocalizzazioni. Giovedì è già fissato l’incontro per la Gianetti; per protestare contro la chiusura improvvisa, senza l’uso degli ammortizzatori, i sindacati hanno proclamato per oggi uno sciopero di 4 ore. Oggi fermi per 8 ore anche i lavoratori di Acciaierie D’Italia (ex Ilva). Il 28 al Mise sarà la volta del tavolo di Slim Fusina e il 29 di Jsw. Ancora da convocare invece Gkn, in attesa di contattare i vertici dell’azienda, visto che il primo incontro si è concluso con un nulla di fatto. A chiedere con urgenza un tavolo al Mise anche i lavoratori di Blutec (ex Fiat Termini Imerese) per scongiurare il rischio liquidazione.
E crescono le proteste per lo sblocco dei licenziamenti dall’1 luglio e soprattutto per il mancato rispetto dell’accordo tra governo e parti sociali del 29 giugno, che prevede l’uso degli ammortizzatori sociali e di ogni forma di sostegno previsto dalla legge a favore dei lavoratori: «Non si può permettere ai fondi e alle multinazionali di disfare il sistema industriale di questo Paese contesta la segretaria generale Fiom Francesca Re David – . Il governo ha sbagliato a sbloccare i licenziamenti senza aver messo in campo adeguate politiche industriali, vincoli per le imprese e una riforma degli ammortizzatori sociali in grado di affrontare la transizione».
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