La politica
Giulia Maestrini
SIENA Le mascherine non sono bastate: dovevano fare da ponte verso la «concordia istituziona-le» ipotizzata e proposta dalle opposizioni per gestire l’emergenza di oggi e la ripartenza di domani, e sono diventate invece nuovo terreno di scontro. Non perché assessori e consiglieri comunali non abbiano risposto «presente» al sindaco Luigi De Mossi che chiedeva la loro disponibilità a imbustare i pacchetti da recapitare ai senesi, casa per casa. Anzi, lo hanno fatto e ieri si sono presentati, tutti, in Comune a svolgere il loro compito da volontari. Ma proprio l’agognato pacchetto di mascherine ha fatto saltare sulla sedia i gruppi di minoranza. La pietra dello scandalo è la lettera di accompagna-mento: datata 6 aprile e firmata dal sindaco De Mossi, riporta la frase «il Comune di Siena vi invia una mascherina per nucleo familiare, in attesa di quelle inviate dalla Regione Toscana». Che invece nel pacco ci sono già, e sono 3 su 4. «Questo è un atto di pura propaganda e strumentalizzazione di carattere politico che non rappresenta assolutamente la realtà dei fatti», tuona il segretario comunale del Pd, Massimo Roncucci. «Sindaco e maggioranza non perdono occasione per dare una visione distorta della realtà», rincara Pierluigi Piccini. L’armistizio paventato solo l’altro ieri, dunque, pare già naufragato. D’altronde, nemmeno il sindaco De Mossi era apparso molto interessato alla tregua proposta da Pd e lista Per Siena e aveva rispedito al mittente l’appello all’unità istituzionale, prima ancora che scoppiasse il «mascherina-gate». «Sono aperto a tutte le sollecitazioni e l’imbustamento delle mascherine è già un modo di lavorare insieme» ha detto, rivendicando la propria libertà dai «giochi politici». Ma senza rinunciare alla stoccata: «Se le opposizioni hanno spunti — ha aggiunto De Mossi — che li tirino fuori. Non dicano “facciamo un tavolo”, ci dicano piuttosto quali sono le loro idee e i progetti che hanno in mente».
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La confusione generata dalla lettera di De Mossi. Un commento preso da Facebook: “Ma siete sicuri di quello che dite? Non è che devono davvero arrivare quelle della Regione? Sulla lettera c’è scritto così”.