De Mossi: “noi votiamo a favore!”

di Pierluigi Piccini

 

Proviamo a capire la sostanza del lungo e faticoso Consiglio comunale di ieri, partendo da alcune considerazioni generali. La consegna di qualche documento avviene all’ultimo minuto, prassi ormai diventata normale anche per la discussione nelle commissioni e per quelle che devono esprimere pareri. Si potrebbe pensare che sia voluto per non permettere alle minoranze, soprattutto a queste, di non prepararsi, mentre nella migliore delle ipotesi si tratta di confusione gestionale. C’è differenza, insomma, fra ciò che afferma l’imbonitore-segretario generale e la realtà dei fatti. Eclatante, poi, è la diversità fra ciò che Pinzuti ha detto in commissione e ciò che ha affermato l’assessore Appolloni in Consiglio comunale a proposito del welfare, nel silenzio assoluto dei consiglieri comunali di maggioranza durante tutta la seduta, tranne due telegrafiche apparizioni. C’è un metodo, ormai appurato, del sindaco che quando è in difficoltà e per tenere la maggioranza unita non interviene e si limita ad affermare: “noi votiamo a favore!”. Ieri è successo due volte, per l’agenzia del welfare e per la Franci. Sul primo argomento, non ancora varato, come è stato scritto, perché dovrà ritornare in Consiglio con un apposito regolamento, qualcuno della maggioranza, al momento del voto e dopo le affermazioni dell’Appolloni, ha avuto dei bisogni impellenti e si è assentato. Per il bilancio abbiamo assistito a dei siparietti anche divertenti: peccato che non si sia colta la serietà dell’affermazione dell’assessore Fazzi, quando ha ammesso che bisogna migliorare la capacità di spesa, confidando nelle competenze del nuovo arrivato Donati. Considerazione: i bilanci di un ente come un Comune non devono chiudere né in attivo, né in perdita, ma in pareggio, perché tutte e due le evenienze sono negative. In pareggio significa non essere pieni di soldi ma fare investimenti, tanto più utili in questo momento, e abbassare il livello impositivo, molto alto per Siena, tutto a vantaggio dei cittadini. E di tutti i cittadini non solo di quelli che hanno votato De Mossi. Eppure, l’avvocato nella sua replica ha fatto una affermazione che merita di essere sottolineata, in riferimento proprio all’uso delle risorse per i cittadini: “Agli stessi cittadini che non hanno votato voi, ma che votarono noi”. Affermazione che fa il paio con ciò che ha detto l’assessore Appolloni durante un passaggio del suo discorso. Un passaggio che riporto a memoria, ma non credo di sbagliare molto. Questo il senso: “Se invito qualcuno a mangiare a casa mia, se non ha problemi di allergia, il menù lo preparo io”. A casa sua faccia come vuole, ma il Comune non è casa sua”. In realtà il Comune appartiene – ovviamente, come dice la parola – a ogni cittadino, non solo a quelli che hanno votato l’attuale maggioranza e non è detto che a tre anni dalle ultime elezioni la pensino sempre allo stesso modo. Fra le tante altre cose, anche la composizione della maggioranza non è più la stessa. Il sindaco non ha più un movimento di riferimento, ha distrutto buona parte del civismo che lo sosteneva, a partire da Sportelli, mentre gli scricchiolii fra i partiti che lo avevano appoggiato sono sempre più evidenti. La visione dell’amministrazione è fortemente di parte e rissosa. Prova ne è la delibera sulla Franci che, se ha preso alla fine una forma più “potabile”, lo si deve all’intervento del Presidente del Consiglio. Insomma è sempre più evidente la confusione che regna nella gestione dell’attuale maggioranza che si presenta con una visione arretrata e ideologica del presente, con scarsissime capacità di delineare una strategica per il territorio.