De Bruyckere, Berlinde. – Artista belga (n. Gand 1964). Si specializza principalmente nella scultura, adoperando vari materiali – tessuti; crini e pelli equine; legni, resine e cere su strutture metalliche – per realizzare soprattutto corpi umani emaciati e contratti, stravolti da metamorfosi spiazzanti, senza volto, eppure riconoscibili, come anche corpi di cavalli presentati nelle pose più paradossali che mantengono tuttavia un forte impatto realistico. Una meditazione sul dolore e sul rapporto vita-morte accompagna il cammino espressivo di questa artista che non rinuncia mai a indagare e ricordare la sofferenza umana. Nel 2000 crea l’installazione In Flanders fields, cinque sculture di cavalli riversi sul dorso, che vengono ritratti in pose contorte come denuncia degli orrori della Prima guerra mondiale (Flanders Fields museum, Ypres). Conquista fama internazionale nel 2003, con la partecipazione alla Biennale di Venezia dove espone, presso il Padiglione italiano, The black horse, una figura monumentale, terribilmente deformata di un cavallo dal manto lucido. Nel 2009 due occasioni espositive mettono idealmente a confronto i corpi dolenti e stravolti realizzati dall’artista belga con le opere dei maestri del passato (Benedetto da Maiano e Luca Giordano), un dialogo a distanza che evidenzia la sua capacità di creare una sorta di ponte di collegamento tra il piano della realtà e quello dell’astrazione attraverso una tecnica non comune, fortemente realistica e visionaria al tempo stesso. Le mostre personali più recenti proseguono in questa direzione: The Mystery of the body: Berlinde De Bruyckere in dialogue with Lucas Cranach and Pier Paolo Pasolini, Hauser & Wirth, Zurigo (2010) in cui le sculture di De B. sono messe a confronto con le opere di Lucas Cranach e le atmosfere dei film di Pier Paolo Pasolini attraverso emozioni interiorizzate più che precisi richiami iconografici, e Into one-another to P.P.P. (Hauser & Wirth, New York , 2011) sempre dedicata al regista italiano.