Cotugno sotto pressione: «Serve il filtro della rete territoriale»

Gli ispettori del ministero della Salute, accompagnati dai Nas, si sono presentati martedì nei quattro ospedali napoletani più impegnati sul fonte pandemia: il Cardarelli, l’Azienda dei Colli che include Monaldi e Cotugno, l’Ospedale del Mare. La loro relazione contribuirà a decidere l’area di rischio della Campania, per ora in giallo. La decisione attesa tra domani e lunedì. Tecnicamente non è stata un’ispezione ma una «site visit» e ha riguardato i Pronto soccorso e i Covid center: è stata riscontrata una carenza di personale, in particolare anestesisti e pneumologi, e la carenza di un’ampia programmazione rispetto al complesso scenario epidemiologico.

A RACCONTARE come si è svolta la procedura è il direttore sanitario dell’Azienda dei Colli, Rodolfo Conenna: «I tecnici dell’Agenas e del ministero, con il comandante dei Nas, ci hanno chiesto come fosse strutturata la nostra organizzazione, abbiamo consegnato la documentazione sui protocolli applicati e la sequenza di apertura dei posti letto. È stata una visita ispettiva fatta con scrupolo ma ordinaria».

IL COTUGNO è l’ospedale di riferimento per le malattie infettive: «La pressione è molto forte ma da un paio di giorni avvertiamo una piccola riduzione dell’afflusso al Pronto soccorso. Non ci sono più le scene che si sono viste, con ambulanze e vetture in fila, il personale impegnato nei soccorsi fin dentro le auto. Abbiamo preso una tenda della Protezione civile per gestire meglio gli arrivi. Non sono procedure risolvibili in tempi rapidi. Quelli che arrivano al Cotugno sono prevalentemente malati con già una diagnosi Covid. Aveva pochi sintomi e stava a casa, poi la preoccupazione, la durata della malattia o complicazioni respiratorie li portano a rivolgersi all’ospedale. Anche perché non c’è un grande aiuto dalla medicina territoriale. Meno della metà ha bisogno del ricovero. Ci sono poi quelli già sottoposti a ossigenoterapia: per questi è necessario fare una Tac all’ingresso, se riscontriamo polmoniti cerchiamo di organizzare il ricovero in base alla gravità. Tra Cotugno e Monaldi abbiamo 28 posti di intensiva, 52 di subintensiva, 200 ordinari».

UNO DEI PUNTI SOTTO VERIFICA è la reale disponibilità di personale e posti letto: «Sul fonte dei medici – prosegue Conenna – non siamo in sofferenza perché siamo un’azienda attrattiva, i camici bianchi inclusi gli specializzandi vengono volentieri. Inoltre, al Monaldi abbiamo proceduto agli accorpamenti dei reparti recuperando personale. Siamo più sul filo per gli infermieri, abbiamo casi di positivi». Il sindacato Nursing up tiene la conta dei paramedici contagiati. Nell’ultimo mese sono stati 12 ad Avellino, 50 a Benevento, 152 a Caserta, 210 a Salerno, 500 a Napoli (ma mancano i dati di due Asl).

«SUI POSTI LETTO – spiega Conenna – il primo problema è che gli accessi sono superiori alle postazioni che si liberano per dimissioni o decessi. Ma c’è ancora un margine. I casi meno gravi vengono dirottati verso il privato convenzionato, ma non riguarda noi che abbiamo i più gravi. Il margine nelle rianimazioni c’è ma si sta restringendo perché aumenta l’età media dei pazienti e perché si tratta di una degenza più lunga. Si stanno cercando posti comprimendo altre attività. E ancora non è esplosa l’epidemia influenzale. Tranquilli non stiamo. Servirebbe molta più medicina territoriale».

La regione ha deciso di trasformare il San Giovanni Bosco in Covid hospital: doveva aprire ieri, forse entrerà in funzione nel fine settimana. Intanto il personale è fermo (perdendo la quota di salario accessorio) mentre infermieri e medici di Rianimazione più alcuni di Pronto soccorso sono stati dirottarti all’Ospedale del Mare, dove c’è anche l’unico Covid hotel di Napoli. Molti lamentano che si sarebbe potuto utilizzare il San Gennaro, declassato a presidio di specialistica e sottoutilizzato.

I NUOVO POSITIVI in Campania ieri sono stati 3.166. Sotto pressione, nell’Asl Napoli 3 sud, l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Martedì sera sono morti 4 anziani al Pronto soccorso, due già accettati ma in barella. «Abbiamo ammalati su sedie, strapuntini, ovunque per non rispedirli a casa – ha spiegato il direttore dell’Azienda sanitaria -. I presidi di Boscotrecase e Torre del Greco sono saturi. A Pollena Trocchia sono pronti 30 posti letto ma mancano i medici». Il governatore De Luca ha inviato una lettera al prefetto di Napoli chiedendo «la rapida definizione di un piano per impedire assembramenti». Il sindaco de Magistris annuncia per domani «un provvedimento ampio per contenere il contagio».

https://ilmanifesto.it/