“Il potenziamento delle telecamere ed i controlli della Municipale stanno dando risposte importanti, dobbiamo proseguire su questa strada”, dichiarava l’assessore Francesco Michelotti al termine del tavolo tecnico sulla sicurezza del 13 luglio scorso. Ad un mese di distanza, alla luce dei recenti fatti di violenza nella zona tra Piazza del Mercato ed il rione di Salicotto, pare chiaro a tutti come tali provvedimenti non abbiano prodotto alcun risultato, né sulla deterrenza e ancor meno sul controllo della zona.
Nel frattempo, dal Sindaco e dagli altri componenti della Giunta Comunale abbiamo sentito solo parole che rischiano di creare confusione e che introducono princìpi di pura demagogia, risolvendo la questione ad una semplicistica contrapposizione tra “noi” e “loro”. Ma noi chi? E loro chi? Ci si nasconde dietro la retorica del controllo sociale delle Contrade, ma davvero si ha cognizione dell’identità dei soggetti coinvolti? Le cronache, ad esempio, parlano di conoscenza diretta tra aggressori e residenti aggrediti. Insomma, la logica dell’immigrato (dalle Volte Basse, da Medane?) che arriva e porta disordine in una sorta di paradiso in Terra è una foglia di fico intrisa di ideologia e opportunismo, utile alla propaganda di un sindaco di Destra e a deresponsabilizzare, in qualche modo, l’Amministrazione comunale. Tuttavia, nascondersi dietro teorie fantasiose non risolve i problemi. Ora è il momento di dare risposte agli abitanti ormai esasperati da mesi, se non anni, da continui disturbi, atti di teppismo e violenza, e ciò spetterà alle forze dell’ordine e alla Polizia municipale. Ma è anche il momento per il Sindaco di affrontare i problemi: la politica ha il dovere di analizzare e cercare di capire un evidente disagio giovanile, del perché proprio adesso, di come si alimenti, di quali siano i vuoti da colmare. È abbastanza sintomatico che si tenti coinvolgere le Contrade, presupponendo che debbano svolgere compiti di controllo oltre a quelli che già fanno, senza capire quali conseguenze possa portare una ipotesi di gestione di questo tipo. Al contempo non si fa nessun appello all’assessore delle politiche giovanili Clio Biondi Santi, alla quale spetterebbe la competenza su progetti a medio-lungo termine, magari coinvolgendo (ma su un progetto finanziato e condiviso) le Contrade, le altre associazioni cittadine e le stesse famiglie, per tentare di includere e non escludere le situazioni di disagio. E l’assessore Benini, che nelle scorse settimane si era tanto attivato per la crisi del Siena calcio (con scarsi risultati anche in questo caso), quali progetti ha in cantiere per assegnare alla scuola un ruolo fondamentale nel recupero e nell’integrazione di questi giovani? Servono capacità di analisi e risposte progettuali forse troppo grandi per una Giunta che punta solo sui proclami e sui luoghi comuni, ma che latita sulla concretezza. Si continuano a firmare accordi e protocolli, si promettono mari e monti, ma la realtà è un’altra. E anche se si blinda un’area oggetto di violenze, i sintomi che le hanno fatte scaturire chi li affronta? Sono indispensabili impegni precisi, per andare alla radice di un evidente malessere.