di Pierluigi Piccini
L’antefatto. Durante la discussione sul Piano operativo nessuno, tranne il consigliere Forzoni della maggioranza, ha preso la parola, e soltanto l’avvocato De Mossi è intervenuto. Il suo discorso avrebbe voluto essere ironico e il sarcasmo consisteva nel fatto che lui era d’accordo con le critiche che provenivano dai banchi del Consiglio, ma che nonostante queste lui avrebbe votato a favore. Anzi avrebbe o avrebbero, non si è capito bene, promosso l’avvocato Michelotti, assessore all’urbanistica, dandogli un incarico importante in una banca all’estero. Era chiaro che il bersaglio ero io. La tesi era che anch’io sarei stato premiato nonostante gli errori di Massetana Romana e della Stazione. Bene! Finita la discussione è il tempo delle dichiarazioni di voto, prendo la parola e rispondo alla polemica innestata dall’avvocato De Mossi. Ricordando a lui e al Consiglio che i realizzatori dei due interventi non erano presenti in aula, perché la scelta di fare Massetana Romana non apparteneva al sottoscritto, anzi! Con Secchi, quando iniziò a lavorare sul Piano regolatore e tutti sanno che quando si inizia un lavoro del genere i progetti in corso vengono bloccati, si provò a bloccarla. All’epoca io ero assessore alle attività economiche. Non ci riuscimmo perché i contratti con i proprietari dei terreni per la lottizzazione erano già stati fatti e avevano maturato il diritto all’edificazione, come mi fece presente Carlo Turchi, responsabile di questa parte formale dell’intervento. Successivamente noi progettammo Cerchiaia.
Quanto alla stazione è stata costruita e realizzata dall’amministrazione successiva a quella da me presieduta. Il responsabile di quel mandato amministrativo, durante l’ultima campagna elettorale (2018) lo abbiamo trovato più volte vicino alle posizioni dell’attuale maggioranza. L’edificio lineare non è quello previsto dal Bando sia nella sua parte esterna che interna, così come le altezze. Per non parlare dei materiali e della risalita meccanica che non era quella trincea che oggi vediamo che impedisce l’utilizzazione completa di quella scarpata dove un tempo passava un treno e che ora sarebbe potuta diventare un parco della città, così come aveva previsto il grande architetto brasiliano del verde Burle Marx, che purtroppo morì contestualmente al bando in oggetto. Per non parlare del piazzale. Ma se l’avvocato vuole maggiori chiarimenti dei miei si rivolga a Piero Sartogo o allo stesso presidente del Consiglio comunale, Marco Falorni che insieme a me e a Vittorio Stelo ha fatto un esposto alla magistratura senese proprio a causa delle trasformazioni sopra ricordate, con particolare riferimento a quelle interne. Il fascicolo è rintracciabile presso il tribunale di Siena, e non credo sia difficile per l’avvocato De Mossi poterlo consultare.
Ultima considerazione: strano che durante il dibattito e delle dichiarazioni di voto nessuno della maggioranza, compreso l’assessore competente sia entrato nei dettagli del Piano, ma tutti si siano fermati a questioni general-generiche. Lo stesso assessore Michelotti non ha replicato, cosa che normalmente su questioni di tale importanza avviene di routine. Qui di seguito, accludo il mio intervento come capogruppo di Per Siena e il filmato della dichiarazione di voto.
OSSERVAZIONI AL PIANO DI “PER SIENA” PIANO STRUTTURALE