L’idea è interessante: si chiama Crossroads — Gli incroci del blues ed è la mostra fotografica realizzata da Guido Harari, che avrà luogo nel cuore della Versilia ( già sede di uno storico festival blues) dal 4 luglio al 31 agosto 2021, in particolare nella città di Seravezza, nella frazione di Querceta e nei borghi storici della Versilia come Minazzana, Riomagno e Azzano.
Una raccolta di foto in gran parte mai esposte prima — messa a disposizione da uno dei maggiori autori italiani, Guido Harari, che con il suo obiettivo ha immortalato alcune delle maggiori icone della musica mondiale da Lou Reed a Neil Young, Bob Dylan, Carlos Santana, Bruce Springsteen, B. B. King, Frank Zappa. E, tra gli italiani, da Fabrizio De André a Pino Daniele a mille altri tra vecchie, nuove e nuovissime generazioni.
Perché Guido Hararai è in grado di realizzare foto straordinarie non solo dal punto di vista tecnico ma per la capacità empatica di trasmettere il carattere dei personaggi. E poi c’è tutto il versante delle foto live, realizzate sul palco, quelle dove un fotografo si gioca tutto perché deve essere in grado di cogliere l’attimo, quello magico, che sfugge ai più, persino all’artista stesso. Anche per questo Crossroads si integra perfettamente nel territorio: l’artista è come ne fosse parte.
« Ho selezionato per questa mostra alcuni degli amori di una vita», spiega Harari, «vecchi leoni del blues ( John Lee Hooker, B. B. King, Bo Diddley, Chuck Berry, Buddy Guy), stelle del rock (Eric Clapton, Keith Richards, Jimmy Page, Johnny Winter, Jeff Beck, Carlos Santana, David Gilmour, Neil Young, Bruce Springsteen, Frank Zappa), giovani discepoli ( da Willy Deville a Bonnie Raitt e Tracy Chapman), outsiders di rango ( Tom Waits, Ry Cooder, Jeff Buckley), fino agli italianissimi Pino Daniele e Zucchero. Gli incroci del blues (avremmo potuto definirli anche “ contaminazioni”, “ collisioni” o “ intersezioni”, ma abbiamo preferito la perfetta sintesi di “Crossroads”) tengono a ribadire la grande lezione di una musica da sempre assolutamente inclusiva. L’anima della musica — il suo “soul” — non conosce confini, non ammette steccati. In tal senso, il vecchio blues arriva dal passato ad indicare l’ineludibile strada per l’unico futuro possibile». Una lezione importante da ribadire in un mondo che ha bisogno come non mai di unità, solidarietà, fratellanza, rispetto per gli altri.