di Pierluigi Piccini
Leggendo l’intervista del vicesindaco Andrea Corsi ho avuto il timore che mi si fosse alzato il tasso di glicemia nel sangue. Troppo zucchero, troppa accondiscendenza, per dire che “tutto va bene madama la marchesa”. Nessun aspetto critico nelle domande e nessuna autocritica nelle risposte. Anzi, dopo aver ammesso che si è stati inesperti, si annuncia spavaldi di viaggiare come treni. Così veloci che sarebbero stati realizzati metà dei progetti necessari per rilanciare la città, mentre l’altra metà sarebbe in arrivo dal 2023 in poi. Grandi opere? Macché, si parla al massimo del rifacimento dei bagni pubblici! Quasi quattro milioni di avanzo stanno lì a dimostrare l’incapacità di un ente di lavorare bene: vuol dire che avevi soldi a disposizione e non sei stato in grado di impegnarli in alcun modo a favore della città. E se aggiungiamo i milioni di euro persi a causa di bandi sbagliati o disertati, ecco uno dei principali motivi di una città impoverita, in ginocchio, che vede andar via i sui figli i migliori e più intraprendenti, in assenza di prospettive. Fare i soldi con le tariffe più alte d’Italia e con le multe è semplice, poi occorre la capacità di governo, la visione necessaria per generare ricchezza e posti di lavoro, ma basterebbe anche un buon pasto nelle mense scolastiche. Tutto si gioca in chiave elettorale, senza cura di cadere nel ridicolo. Non un accenno sullo scollamento tra i partiti e il sindaco, né su una giunta diventata una porta girevole che, per essere “rafforzata”, ha bisogno di Colella e Fattorini. Ma se il vicesindaco è contento, beato lui. La Fondazione Santa Maria è bloccata alla forma giuridica: non è operativa in quanto mancano gli atti di passaggio dal Comune dei servizi, il personale, la gestione dei mobili e degli immobili. Sopratutto, non c’è una politica culturale. Le nomine nei vari enti e partecipate vengono fatte con la spartizione partitica più marcata, spesso senza le competenze necessarie. Verificare in questo senso proprio la Fondazione prima ricordata e i nomi che vengono fatti per quella del Monte dei Paschi. Non si parla del Piano operativo o di quello della mobilità che non hanno prodotto effetti e non produrranno nessuno intervento significativo. Proprio perché non contengono strategia, non contengono futuro. Rilancio della città al 50%? Corsi se la canta e se la suona (cit. Berlusconi). Sul Pnrr staremo a vedere la capacità realizzativa e quali saranno i cambiamenti dovuti a problemi che hanno riguardato e riguardano fattori di economia nazionale. Il Pil sta girando a un più zero per cento, forse anche per questo potremmo avere le elezioni politiche ad ottobre. Come aggravante, il Comune di Siena si permette di non partecipare al finanziamento più importante per la riqualificazione urbana, quello che aveva una disponibilità di tremila cinquecento miliardi. Lasciamo perdere poi i rapporti indiretti messi in piedi da questa amministrazione verso il calcio, il commercio e i beni culturali. Lo stesso isolamento voluto è trovato sistematicamente verso i comuni della provincia, verso le istituzioni cittadine: della serie “noi e voi”, in un clima fortemente divisivo. Le toppe messe solo a posteriori contro il Siena Jazz, o la Franci, sono servite a mascherare continui errori di gestione visti in altri ambiti. Non continuo, il mio tasso glicemico è tornato nei valori normali. Avremo modo di riparlarne e affronteremo argomenti come il Biotecnopolo, Multiutility, Sigerico e altro ancora. Mi lascio questi approfondimenti come medicinali anti insulina per le prossime puntate pre elettorali.