di Pierluigi Piccini
Proviamo a fare della fantapolitica, ma attenzione: potrebbe succedere che, scherzando, scherzando, si arrivi a delle verità. Prendiamo come esempio alcune nomine recenti: quella della presidenza del Santa Maria della Scala o della Fondazione Monte dei Paschi; oppure imminenti, come quella dell’Acquedotto del Fiora. In tutti e tre casi il presidente è toccato o toccherà al Pd, rispettivamente nei nomi di Lucia Cresti, Carlo Rossi e Roberto Renai. Quest’ultimo sarà nominato a breve. In tutti i casi ricordati la nomina è avvenuta o avverrà con il beneplacito del centrodestra. In più, nel caso della Fondazione Monte dei Paschi, non è stato confermato solo il presidente, ma anche la continuità della gestione precedente che sarà garantita dai deputati rimasti al loro posto, Bernardini e la Baiocchi. Su Bernardini sarebbe necessario capire meglio: appartiene alla Confcommercio e assicura la continuità al presidente Rossi, ma allo stesso tempo un’altra rappresentante della stessa associazione è stata indicata come assessore nella giunta De Mossi. Strano, vero? Sarà che di fronte alle istituzioni non c’è nessun schieramento “politico” che possa reggere. Sarà. Centrodestra, quindi, in minoranza con l’unica soddisfazione nella presidenza del comitato dei garanti della Fondazione Mps assicurata al commercialista Gasperini Signorini Claudio, che aveva già ricoperto questo ruolo, ma non nella funzione di presidente e attenzionato dalla Banca d’Italia. Questo atteggiamento del centrodestra è dovuto, forse, a un senso di responsabilità istituzionale del Comune. Sembrerebbe, se così fosse, davvero insolito e sorprendente, visti i comportamenti rivendicativi che il Comune ha tenuto in diverse situazioni. Una su tutte la richiesta della Società della Salute o le varie nomine, che non hanno mai visto la presenza di nomi che non fossero di stretta appartenenza ai partiti di maggioranza. E allora cosa potrebbe significare un atteggiamento così rinunciatario nei tre casi sopra ricordati? Le risposte potrebbero essere diverse. Questo rapporto con il Pd è qualcosa di nuovo o risponde a vecchie logiche mai sopite e rinverdite in questa fase pre elettorale? Al di là delle dichiarazioni pubbliche fatte da diversi responsabili dei partiti di maggioranza, altro sembra essere il giudizio su De Mossi e come si usa dire in questi casi: “Molti sono i mal di pancia”. Allora? Allora potrebbe anche succedere che nell’incertezza qualcuno lavori per se stesso. Con due scenari possibili: un riconoscimento per il lavoro svolto o addirittura un passaggio di appartenenza. Ma siamo nella fantasia politica, però, come diceva Andreotti: “A pensar male…”.