De Mossi (ri)scrive a Draghi«Mps, valutare alternative»
Il sindaco all’attacco sui possibili «aiuti» a Unicredit
Aldo Tani
siena Luigi De Mossi ci riprova ancora una volta. La terza. Il sindaco di Siena ha scritto una lettera aperta a Mario Draghi sul futuro di Mps. «A quanto sembra non ci sarebbero alternative a Unicredit; ma siamo sicuri che sia davvero così? Il Governo ha il dovere, non solo l’obbligo, di valutare opzioni diverse, che fra l’altro potrebbero essere meno impattanti in termini di costi per lo Stato; in nessuna azienda si tratta con un unico fornitore o offerente». Un passaggio esplicitato qualche riga più avanti: «Il termine ultimo per la cessione della quota del Tesoro in Mps è a primavera 2022, volendo c’è tutto il tempo, anche senza chiedere proroghe, per aprire una competizione a livello internazionale ed esplorare alternative in piena trasparenza». Per ora però nella data room sono entrate solo Unicredit e Mediocredito Centrale, entrambe con un perimetro abbastanza definito. Ma De Mossi non vuole sentire ragioni: «La Commissione Europea ha fatto sapere che valuterà con grande attenzione le condizioni del possibile accordo tra Mef ed Unicredit. Le Autorità Europee farebbero meglio a concentrarsi proprio sulla natura degli aiuti per Unicredit. I 10 miliardi distribuiti su varie voci che il Tesoro sarebbe disposto a concedere all’istituto sono o no aiuti di Stato?».
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