«Pinacoteca di Siena, fondamentale il dialogo»
Il primo giorno del direttore Axel Hémery: qui si capisce tutta la storia della città
Aldo Tani
I «fondi oro» trecenteschi di biglietti non ne staccano più come un tempo. Prima del 2001 la Pinacoteca Nazionale di Siena viaggiava sui 60 mila visitatori l’anno, nel 2018 erano scesi a 25 mila. I gusti e le abitudini delle persone sono cambiati, ma è anche vero che tutti gli sforzi fatti dal museo di via San Pietro per farsi notare, non sembrano mai abbastanza. E il turismo mordi e fuggi che caratterizza la città, non aiuta.
Le speranze adesso sono riposte in Axel Hémery, storico dell’arte francese e a lungo alla guida del Musée des Augustins di Tolosa. Per il nuovo direttore ieri è stato il primo giorno di lavoro. Una giornata intensa, tra telefono e appuntamenti, ma con la ferma convinzione di mandare al più presto un segnale. «Secondo me è già una realtà eccezionale. È già il grande museo dell’arte senese. Non c’è un altro. Però me lo immagino con una museografia più aggiornata, con una didattica più importante, a partire dalle didascalie, con più pubblico», diceo Hémery, che sull’ultimo punto ha le idee chiare: «Bisogna far capire che questo è l’unico museo di Siena che consente di capire tutto della città. Va fatto capire ai turisti come ai senesi. Va creato una sorta di circolo virtuoso. L’obiettivo è far ritornare la gente a visitare le opere con una certa frequenza. Non devono essere ricordi di gite scolastiche passate».
Già, eppure Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Lippo Memmi e altri maestri della scuola senese da soli non sono sufficienti. «Si deve far capire che questi quadri non sono tutti uguali. Quindi, vanno spiegate l’unicità di ognuno e offerte chiavi di lettura al pubblico», ha evidenziato il neo-direttore, quindi si è soffermato su alcune strategie: «La comunicazione innanzitutto. Poi è importante quello che il pubblico riceve quando entra. Il museo deve comunicare un’armonia. Va fatta una riflessione d’insieme in un’ottica di aggiornamento, ma serve del tempo». Una svolta potrebbe arrivare anche da un dialogo costante con il territorio. Qualcosa è già stato fatto, come testimonia la riunificazione della Collezione Spannocchi sotto il tetto del Santa Maria della Scala e le recenti iniziative con le Contrade. «Il museo fa parte del territorio e deve essere in contatto con tutti gli attori. Già è stato fatto tanto. Ora si deve capire come continuare a dialogare». Una parola cara allo storico dell’arte, che ha deciso di farne un punto fermo di questa sua avventura senese: «Parte tutto dal dialogo. Prima ancora di mostre, acquisti e restauri».
Per dare manforte alla Pinacoteca, il ministero dei Beni culturali ha deciso di aprire per i prossimi tre mesi anche Palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla. Le visite saranno gratuite e ci sarà la possibilità di vedere la finestra più piccola del mondo.
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