di Fabio Galati
Il test elettorale era molto parziale per la Toscana. Trentuno Comuni e le suppletive per il collegio di Siena alla Camera. Ma alcune indicazioni sono emerse. Il centrodestra può rallegrarsi per l’affermazione netta di Vivarelli Colonna nell’unico capoluogo per cui si doveva scegliere il sindaco. E i grossetani si sono espressi senza dubbi per il bis.
Nella capitale della Maremma il centrosinistra dovrà remare ancora molto e la performance di Orbetello, dove il Pd si è fatto bocciare la lista dai sindaci, fa pensare che tutta la struttura dovrà essere rivista nei congressi imminenti.
Nel collegio di Siena Letta ha vinto a mani basse. Però vanno tenuti presenti due elementi. Il primo: era sostenuto da un arco di forze molto vasto. Il secondo: il risultato a Siena città è molto meno netto. Alla fine dello scrutinio Letta e Marrocchesi Marzi sono distanziati da poche centinaia di voti all’interno dei confini del Comune: 8.541 preferenze contro 7.765. Questo vuol dire che il successo del segretario nazionale del Pd non equivale a un’ipoteca sulle amministrative del 2023. Per quelle, come per Pisa e Massa che andranno ugualmente a votare tra due anni, ma ancora prima per Pistoia che lo farà nel 2022, i dem hanno davanti un’impegnativa stagione di costruzione di alleanze. Dimostrata più volte l’impossibilità di soddisfare la ” vocazione maggioritaria”, ora devono assumere il ruolo di perno di una coalizione per tentare di riprendere le città perse negli ultimi anni.
Coalizione con chi? Gli attori sono sempre gli stessi: la sinistra-sinistra, i Cinque Stelle e Italia Viva. Ma mentre i primi due forse potrebbero essere accostabili in un condominio elettorale, l’alleanza con il partito di Renzi per ora ha escluso la possibilità di coinvolgere gli altri. La decisione sarà determinante, vedi il caso di Sesto Fiorentino, così come un peso importante, come in tutte le amministrative, lo avrà la figura del candidato sindaco. O della candidata, perché sarebbe forse l’ora di pensare alla costruzione di una leadership femminile.
Dal canto suo anche il centrodestra ha un problema di alleanze, o meglio di convivenza all’interno di una coalizione che appare ” naturale”, ma dentro la quale le tensioni talvolta esplodono fino a scelte perdenti come il presentarsi divisi. In questo senso la lezione di Massarosa e Sansepolcro può essere un campanello di allarme.