A 21 banche 130 milioni di commissioni. Faro Consob sul titolo
Sarà praticamente una nuova quotazione della banca, l’aumento di capitale da 3 miliardi di Mps che parte lunedì. Questo perché l’effetto diluitivo per gli azionisti che non sottoscriveranno sarà enorme, pari al 90,9%. Il prezzo delle nuove azioni è di 1,17 euro, con uno sconto del 38,9%, ben distante dagli attuali 9,45 euro. Lunedì in Borsa si vedrà il giudizio del mercato: la Consob ha fatto sapere che monitorerà eventuali «anomalie di prezzo».
In ogni caso l’aumento, seppure necessario, non risolverà i problemi di Mps: per la Bce «da solo è insufficiente» e per questo la banca deve affrontare il problema dei crediti deteriorati (46,5 miliardi lordi, pari a 23,7 miliardi netti su 146 miliardi di crediti totali) e la ristrutturazione anche con un’integrazione. Inoltre c’è ancora da ricevere l’ok della Commissione europea sulle modifiche al piano di ristrutturazione. Il passaggio non è scontato, visto anche com’è andata con la Bce lo scorso ottobre nell’esame complessivo (comprehensive assessment) dei bilanci: «Sebbene la banca auspichi che la Commissione europea adotti un approccio cooperativo nell’analisi» del nuovo piano industriale di Mps, «non vi sono garanzie» che Bruxelles le approvi, è specificato nel prospetto. Lo scenario peggiore è che la Ue imponga «condizioni ulteriori e più onerose» o anche «avviare un’indagine sull’aiuto di Stato concesso» con i Monti bond. Per il momento il ceo Fabrizio Viola si appresta a ricevere 2,86 miliardi, al netto di 130 milioni di commissioni per il consorzio di garanzia di 21 banche guidato da Ubs, Citi, Goldman Sachs e Mediobanca. A sottoscrivere si sono impegnati Axa, al 3,17%, e Fintech, primo socio con il 4,5%. Anche Alessandro Falciai seguirà l’aumento per il suo 1,7% e lo stesso dovrebbe fare il brasiliano Btg Pactual (2%). La Fondazione Mps, che ha il 2,5%, deve ancora decidere se sottoscrivere pro quota con 75 milioni o cedere parte dei diritti restando con una quota inferiore. Dopo l’aumento arriverà almeno un altro socio di peso: il Tesoro, che riceverà il 4% di Mps come dividendo 2014 sul miliardo di Monti bond residuo (che con l’aumento verrà rimborsato).
Lo scenario di Mps si rivela comunque in forte movimento: il prospetto avvisa che «non è escluso possano materializzarsi, integralmente o parzialmente, anche prima della conclusione» dell’aumento «manifestazioni di interesse da parte di controparti interessate a un’acquisizione o a un’integrazione».
Fabrizio Massaro