Fondazione al bivio dell’aumento Mps, restare rilevante costa 75 milioni.

ROMA (Reuters) – Fondazione Mps ha pochi giorni per decidere se restare un azionista rilevante della banca Monte dei Paschi partecipando all’aumento di capitale da 3 miliardi che la banca senese si appresta a lanciare dopo la trimestrale dell’8 maggio.

Il suo 2,5%, appena svalutato per 110 milioni, vale ora poco meno di 86 milioni, pari a circa 0,67 euro per azione.

Poco dopo le 16,00 l’azione Mps quota 0,5505 in calo del 3% in un mercato cedente.

Coprire interamente l’aumento significa spendere 75 milioni dei 400 di liquidità che ha in cassa e significa far salire la concentrazione dell’investimento in Mps poco sopra il 24% delle attività totali dall’attuale 13%. Una quota comunque ampiamente nei limiti del 33% previsti dalla nuova convenzione siglata con il Tesoro.

Le opzioni possibili sono tre: sottoscrivere interamente, sottoscrivere in parte, non sottoscrivere l’aumento.

Fondazione, come hanno spiegato recentemente i vertici dell’ente, intende aspettare che la banca comunichi i dati della prima trimestrale dell’anno, il prossimo 8 maggio, prima di decidere cosa fare.

Una volta deciso, dovrà formalizzare al Tesoro la richiesta di una eventuale variazione della sua partecipazione, sia in aumento sia in diminuzione.

Nel caso poi di una partecipazione parziale all’aumento, Fondazione da metà maggio avrà un 1% del suo 2,5%, libero dal lock up previsto dal patto parasociale con Fintech e Btg Pactual, che potrebbe cedere, in tutto o in parte, per arrivare all’aumento più leggera.

Se Fondazione cedesse sul mercato una quota prima dell’aumento e finisse sotto il 2%, dovrebbe segnalare questo tramite comunicazione Consob, perdendo lo status di azionista rilevante.

In alternativa, per partecipare solo parzialmente all’aumento potrebbe vendere parte dei diritti oppure vendere i diritti durante la fase della loro trattazione in Borsa e andare poi a rilevare diritti inoptati.

(Stefano Bernabei)