Tra veti politici, pressioni nazionali e locali, a meno di clamorosi colpi di scena B.Mps sembra destinata a proseguire la sua corsa sullo stesso binario su cui si trova dal 2017, da quando cioè lo Stato è salito al comando nel quadro della ricapitalizzazione precauzionale della banca. L’ipotesi più accreditata al momento è che la scadenza del 2021 -termine di uscita del Mef dalla banca- potrebbe insomma essere rimandata stante l’eccezionalità della situazione, previa ovviamente autorizzazione di Bruxelles.
Lo scrive Il Sole 24 ore ricordando che i tentativi per trovare un compratore non sono mancati. I sondaggi, presso le banche italiane come quelle estere (francesi in particolare), sarebbero stati diversi negli ultimi mesi ma tutti avrebbero dato esito negativo, almeno fino ad ora. A partire da quello con UniCredit.
Il colosso guidato da Jean Pierre Mustier potrebbe prendere in considerazione un’eventuale acquisizione di Mps ma solo a patto di garantire la totale neutralità sul capitale. Un’ipotesi, questa, che renderebbe troppo costosa l’operazione per il Tesoro. Peraltro non sarebbe percorribile la strada seguita nel caso delle banche venete -per cui era stata garantita una dose di capitale a beneficio di Intesa Sanpaolo- visto che in questo caso Mps è in bonis.
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October 09, 2020 02:08 ET (06:08 GMT)
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