Ma che strano! Nello stesso giorno in cui la Fondazione ha una riunione calda, un candidato del PD alla Regione (Spinelli), esce con una presa di posizione durissima contro Clarich, che il Corriere di Siena riprende e la intitola: “Credo che Clarich vada sostituito, scelta sbagliata”. A fine giornata dello stesso giorno veniamo a sapere che la Fondazione ha trovato un accordo. Su cosa lo verremo a sapere con il tempo, dai corridoi, probabilmente, ma non sarà un periodo lungo, a Siena le moquette parlano sempre volentieri. Per l’ennesima volta il PD tenta di gestire la transizione. La transizione? Si esattamente il tempo che intercorre dai fallimenti e dai disastri compiuti nell’amministrare al loro oblio, dimenticanza; “senza nessun processo di piazza” avrebbe detto qualcun altro. La regia è stata attenta a inserire nei vari punti di governo persone che avessero assicurato la transizione senza troppi problemi in modo da passare la “Nuttata”. E se ci pensiamo bene e mettiamo i singoli nomi nelle loro caselle vedremo che sta andando proprio in questo modo. Operazione che è di fatto riuscita grazie, anche, al torpore in cui è immersa la città.
Ci sono state solo poche eccezioni: Focardi e la Mansi. Il primo è stato il maggior alleato dei berlingueriani che attraverso di lui si sono ripresi il governo dell’Ateneo senese. Focardi non aveva le caratteristiche per rovesciare il sistema, perché è ed era un uomo del sistema e, quindi, facilmente controllabile, cosa che è regolarmente avvenuta. La Mansi ha capito bene quello che stava avvenendo e che le poteva accadere ed è scesa da cavallo per fare delle passeggiate tranquille nel futuro. Tutte e due, poi, hanno avuto un consigliere troppo impelagato con il potere e poco diverso dal sistema che avrebbe voluto cambiare per farlo proprio.
Ecco! Credo che la discussione su Clarich sia da riportare in questo contesto. Il presidente si stava mettendo in proprio, troppo legato alla Banca d’Italia e a Profumo. Il pretesto per attaccarlo, lo ha dato lui stesso con la vicenda di Fiorella Bianchi. Ma altre cose agitano la Fondazione e la sua gestione passata, dove troppo alta, se non totale è la presenza del PD. Non dimentichiamo la Sansedoni e il suo presidente e se il problema fosse proprio questo? Del resto anche lo Spinelli è stato nella Sansedoni dal 1997 al 2006, come molti esponenti di primo piano del PD in periodi diversi. Non è che si è voluto dire al presidente della Fondazione: bada!
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Pierluigi Piccini