di Pierluigi Piccini
Bene, la Toscana “rossa” ha evitato una sconfitta. Il Pd è stato aiutato a vincere e gli aiuti sono arrivati da più parti, come i flussi elettorali stanno lì ad evidenziare. Nel momento dell’emergenza, dovuta a più fattori, gli elettori hanno compreso la posta in gioco e hanno risposto positivamente. I voti sono arrivati al Pd, ma non gli appartengono del tutto e, al di là della contingenza, gli elettori si chiedono come il partito si comporterà, verificando la capacità di governo degli uomini e delle donne della futura Giunta e non solo. Sono voti legati a situazioni che hanno cambiato il colore politico di alcune città toscane. In quelle governate dal Centrodestra hanno potuto verificare il livello amministrativo, che spesso si è dimostrato fortemente deficitario. Una carenza che che spiega risultati come quello di Siena o, al di là di come andrà a finire, quello di Arezzo. Molto della capacità di tenuta politica in uno schieramento progressista dipenderà dalle opzioni affrontate da qui in avanti, altrimenti quei voti che oggi hanno aiutato a vincere il Pd torneranno, nelle prossime scadenze elettorali, alla loro origine o potrebbero costituire la base di altri possibili schieramenti. Attenzione: sono decisioni che coinvolgeranno la stessa forma, la stessa organizzazione del Partito Democratico che, con molta probabilità, si accinge a fare il suo congresso. Tornando alla Toscana alcune scelte saranno dirimenti: la prima in assoluto, quella che ha permesso un ritorno positivo nel recente passaggio elettorale, è quella sociale e sanitaria. Il sistema Toscano ha retto durante le ultime vicende legate alla pandemia. Ora, la strada da perseguire è quella sicuramente pubblica con forte presenza territoriale, principio irrinunciabile. Passando all’economia, la Regione non può puntare solo su un turismo che, peraltro, necessita di una forte riqualificazione: altro bussa alla porta. Siamo ormai in presenza della quarta rivoluzione industriale, quella delle tecnologie convergenti che creano redditività e sulle quali la Toscana ha bisogno di un forte rilancio. Ma ancora più necessario è il ricongiungimento fra il digitale e l’offerta di lavoro, cioè la formazione nei suoi diversi gradi, come ricomposizione consapevole della contemporaneità senza dimenticare, a seguito delle nuove forme di organizzazione del lavoro, la libertà da quest’ultimo. Libertà che le nuove tecnologie possono consentire, se adeguatamente normate, anche per superare la logica di infrastrutture che attualmente privilegiano soltanto alcune realtà penalizzando altre. Il rischio da evitare è quello, molto probabile, di una nuova centralità fiorentina, non più sopportabile. Questo sono solo alcuni esempi, molti altri sarebbero da fare per poter parlare di una riaffermazione complessiva della capacità di governo e della conseguente dimensione attrattiva. Quindi, il risultato elettorale non consente alcuna autoreferenzialità da parte del Pd. Semmai, il voto ha dimostrato che esiste un potenziale che si è mosso sull’emergenza, ma che non è disponibile a fare sconti nel prossimo futuro. Non si può sempre evocare il voto utile, perché può funzionare una volta, ma poi questo ha bisogno di essere riempito di capacità nelle persone chiamate alle responsabili e nei contenuti per essere confermato. Serve un rinnovamento nella gestione del partito e l’abbandono dei consolidati sistemi di conduzione del potere. Staremo a vedere se Giani, uomo di lunga esperienza che conosce bene il sistema, sarà capace di accelerare tali processi di ammodernamento. Poi è chiaro che, nella propria autonomia, ciascuno sarà libero di decidere il proprio futuro.