di Pierluigi Piccini
Dopo l’ultima nomina del Comune di Siena mi sono chiesto se i partiti e i movimenti che sorreggono De Mossi si sono posti delle domande, e se sono consapevoli di ciò che sta avvenendo. Il presidente del Tra.In è l’ultimo di una serie di nomi di persone che quindici anni fa sono state socialiste, e che hanno condiviso le sorti di Siena nel momento in cui la città ha fatto le scelte di cui stiamo ancora pagando le conseguenze. Ma vediamo. Ci sono le elezioni regionali e quest’ultime costituiscono un banco di prova, almeno per le alleanze che si determineranno, per ciò che succederà per gli appuntamenti amministrativi successivi. Appuntamenti che coinvolgeranno anche il nostro Comune. Non è difficile pensare che questo gruppo di persone, fuori e dentro l’amministrazione di Siena, si orienteranno alle regionali sul nome di Giani. Candidato che non nasconde di essere diventato interlocutore anche di questo “raggruppamento politico”, chiamiamolo così. E se, come probabilmente accadrà, il suddetto “raggruppamento” nonostante la militanza nel centrodestra, si troverà fra gli altri ad aver determinato il successo dell’attuale Presidente del Consiglio regionale, allora farà contare il suo “peso” politico. Quindi sarà pronto a riaprire i rapporti con il Pd e a condizionarne le scelte ai vari livelli, compreso quello senese. Anzi saranno così gentili da offrigli anche il candidato sindaco, che è già pronto e confezionato. Un potenziale candidato che oggi è uno dei supporter di questa amministrazione che un giorno si e l’altro pure è nei media: lo stanno valorizzando, insomma, e un domani potrebbe tranquillamente passare nello schieramento “alternativo”. Tutto a discapito della Lega e di Forza Italia, partiti dei quali – bisogna ricordare – l’avvocato De Mossi è il sindaco nonostante i mal di pancia di questi due schieramenti. E un ridimensionamento elettorale sarebbe un ottimo avvertimento. Praticamente, poca politica: il sistema messo in atto è come le porte girevoli, si entra da una parte e si esce dall’altra, o viceversa. Un esercizio molto conosciuto a Siena. Ancora una volta la città potrebbe essere vittima di quel trasversalismo che ne ha determinato la sua lenta e costante marginalizzazione. Insomma le scelte del sindaco stanno favorendo la costituzione di una lobby politica pronta a sfruttare la situazione per il proprio vantaggio. Domanda, ma il Centrodestra ne è consapevole? E il Pd vuole continuare ad essere quel partito che non fa, nonostante ciò che è successo, le scelte utili per rinnovarsi e rinnovare la situazione cittadina? Non vuole o non può?