Il pranzo di Eike Schmidt a Siena

di Pierluigi Piccini

 

Avranno anche parlato di accordi fra Siena e gli Uffizi a tavola i vari commensali (Schmidt e signora con De Mossi, Bellandi e Tirelli), ma ad oggi è difficile comprendere in cosa consistano. Si saranno soffermati a discutere della mostra di Vacchi, il vero motivo per cui il direttore degli Uffizi era stato invitato a Siena. Comunque per quello che ci è dato sapere nessun progetto culturale è all’orizzonte e nessuna gestione congiunta delle biglietterie è alle viste. Forse anche perché quella di Firenze è statale e avrà bisogno dell’autorizzazione della Ragioneria dello Stato, ma staremo a vedere. Per il momento, come al solito, ci fermiamo agli annunci. È ipotizzabile, forse, uno sconto ai turisti che si presenteranno con il biglietto degli Uffizi alle biglietterie senesi. Si passerà dall’attuale gratuità, come risposta alla pandemia, allo sconto? Già perché a Siena è tutto gratuito almeno per le strutture aperte fino al 31 dicembre del 2020, salvo il complesso del Duomo che rimetterà la tariffazione precedente il primo di agosto decurtando di 5 euro il cumulativo, a causa della gratuità del Santa Maria della Scala. La scelta del Comune per i musei è stata dettata dalla volontà di incentivare la conoscenza del patrimonio artistico per i cittadini senesi, ma per questi non c’è già la gratuità da anni? E che senso ha fare una carta a pagamento, indirizzata ai residenti, visto che hanno già la libertà di accesso ai musei? In pratica, la vicenda riguarda solo i Senesi, perché nel mondo nessuno sa che i musei a Siena sono gratuiti: non è stata fatta nessuna operazione di marketing a proposito. Quindi, che senso ha avuto questa decisione?  E anche le cifre esorbitanti dei dodicimila visitatori al Santa Maria della Scala vanno conteggiate con la mancanza del pagamento della visita alla Cattedrale, altrimenti questi numeri per l’antico Ospedale non ci sarebbereo visto che, tra l’altro, è praticabile solo al quarto livello. Morale della favola, si procede nella politica culturale e nel risvolto che essa ha con il territorio a fatti episodici senza una vera gestione complessiva. Tutto ciò mentre altri territori a noi concorrenti stanno ottenendo risultati strategici positivi. Il Covid-19 sta già selezionando in modo netto, come in tutte le crisi, chi è capace di rinnovarsi da chi rimane nelle logiche di sempre, come sta accadendo a Siena.