Gli ospedali devono recuperare, ma le precauzioni anti Covid abbassano l’operatività del 30%. Da oggi via libera all’intramoenia per molte specialità
di Michele Bocci
Durante il lockdown in Toscana sono saltati circa 25mila interventi chirurgici. Soprattutto a marzo e aprile ma in parte anche a maggio e questo giugno, stima la Regione, si sono rimpinguate le liste di attesa delle operazioni. Prima del blocco totale c’erano circa 90mila persone in attesa, che a seconda della priorità assegnata dagli specialisti dovevano aspettare da un mese in su, fino anche a sei. Ora si lavora per aumentare l’offerta e assorbire nelle prossime settimane le nuove richieste.
Mentre si lavora per riorganizzare la chirurgia si raccolgono i risultati sulla specialistica. Oggi si darà il via libera all’intramoenia in buona parte dei settori, visto che le liste di attesa sono quasi ovunque ” verdi”, nel senso che il sistema è in grado di rispettare i tempi assegnati in base alla priorità. Per questo quasi ovunque possono riprendere le visite in libera professione. La domanda per ora permette alla risposta di rimanere in pari. Preoccupa un po’ di più la diagnostica per immagini, che nelle prossime settimane potrebbe vedere un gran numero di prenotazioni. L’effetto paura per il Covid, del resto sembra ancora presente nel settore della specialistica. I Cup stanno richiamando le persone che hanno appuntamenti fissati in questi giorni per essere certi che intendano confermarli. Circa il 30% dei cittadini contattati però rifiuta di fare la prestazione, probabilmente perché non si sente sicuro a frequentare le strutture sanitaria. Prima o poi però quella domanda tornerà a salire.
Riguardo alla chirurgia, ogni anno in Toscana si fanno circa 245mila interventi. La media è quindi più o meno di 20mila operazioni al mese. La Regione sottolinea che una parte di queste sono stati comunque fatte nel periodo di lockdown. Si tratta di quelli di parte dei privati convenzionti ma anche di tutte le urgenze, arrivate o meno dai pronto soccorso, e degli interventi sui tumori. Le sale hanno lavorato ma comunque non è stato possibile fare circa la metà del lavoro di prima. E così tutto è stato rinviato, mettendo a rischio le liste d’attesa.
La stima, come detto, è che in tutto siano stati 25mila gli interventi saltati a causa del coronavirus. Per smaltirli, e mandare avanti anche le 90mila persone che già stavano in attesa prima del lockdown, va riorganizzata l’attività chirurgica, cosa non facile in questo periodo. La pandemia ha lasciato un sistema sanitario provato, con medici e infermieri che hanno lavorato moltissimo, talvolta anche fuori dal loro reparto per andare ad aiutare chi si occupava di Covid. Ora devono riprendere l’attività ordinaria e per giunta hanno da recuperare il tempo perduto. Non sarà facile, anche perché le precauzioni legate al coronavirus, che devono essere prese in tutti gli ospedali, abbassano la produttività del sistema sanitario del 25-30%.