“ANAS PER L’ITALIA”
di Giovanna Boursier
Apriamo la nuova stagione con l’Anas, società pubblica di proprietà del Ministero dell’Economia e vigilata dal Ministero dei Trasporti, che gestisce 25.000 chilometri di strade e autostrade. Dal 2006 la dirige Pietro Ciucci.
Vedremo come viene amministrata la più importante stazione appaltante d’Italia, a partire dalla Sicilia, dove il viadotto Scorciavacche, inaugurato a Natale con 3 mesi d’anticipo, senza collaudo, è stato chiuso una settimana dopo a seguito del crollo della rampa d’accesso. Perché tanta fretta? Perché i collaudatori si sono dimessi prima dell’inaugurazione?
Poi la statale Maglie Leuca, in Puglia, dove Anas ha affidato l’appalto a un consorzio di imprese, ma gli esclusi hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato e adesso Anas ha dovuto passargli l’appalto: sono 44 km che attendono di essere rifatti da 15 anni. E si scopre anche che il tracciato della nuova strada passa sopra una serie di discariche che sono lì dagli anni ’80 ma nessuno le ha viste.
In Umbria, invece, gli operai che hanno lavorato alla costruzione di un tratto di strada non ancora terminato, dicono che le ditte avrebbero messo meno cemento del dovuto nella volta di una galleria. La stessa cosa che è successa nella costruzione, eterna, dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, che adesso è finita anche nell’inchiesta Grandi Opere.
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E a seguire:
“GLI AMICI DEL CUORE”
di Sigfrido Ranucci
Esperimenti sull’uomo finalizzati a scoprire gli effetti clinici dei farmaci, effettuati senza l’autorizzazione dell’azienda e del Comitato Etico. E’ una delle accuse mosse dal sostituto procuratore Marco Nicolini al responsabile dell’ emodinamica del Policlinico di Modena, il professor Massimo Sangiorgi, e al Primario di Cardiologia Maria Grazia Modena.
Secondo le accuse avrebbe sottoposto i pazienti a trattamenti invasivi, impianti di stent, palloni medicati, senza informarli del carattere sperimentale del trattamento. Dietro le sperimentazioni ci sarebbe stata la mano delle aziende farmaceutiche che versavano soldi attraverso le onlus che il professor Sangiorgi aveva fondato.
Con il Primario della Cardiologia Maria Grazia Modena e il professor Edoardo Casali, cardiologo del Policlinico, ne avrebbero fondata una ad hoc, la E2C, per far confluire appositamente i soldi per fare ricerca nel Policlinico. Grazie al contributo delle aziende farmaceutiche potevano pagare anche del personale sanitario che avevano inserito presso la cardiologia del Policlinico.
Secondo Sangiorgi, le sue non sono sperimentazioni ma semplici registri di raccolte dati. E nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata a Report afferma che onlus come le sue sono presenti in tutti gli ospedali pubblici d’Italia. Ma il ministero della Salute lo sa?
Il tribunale per ora, accogliendo l’ipotesi della Procura, l’ha rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione, truffa e falso, e ha condannato la professoressa Maria Grazia Modena a 4 anni in primo grado, che si è svolto con il rito abbreviato. Ma questa vicenda, che non è un caso di malasanità, è l’occasione per riflettere sui rapporti tra medici e case farmaceutiche e su come avviene la ricerca in un Paese che non investe più soldi pubblici.
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