La svolta «moderata» di Salvini E avverte Meloni: basta attacchi

 

Il leghista: non siamo destra radicale. Replica FdI: nella Ue noi con i conservatori, voi con Afd

Marco Cremonesi

 

MILANO Salvini prova a sparigliare. Svolta moderata di fronte all’Europa e al mondo annunciata da un incontro di fronte alla stampa estera a Roma, svolta nuovista (o «discontinuista») rispetto alle prossime Regionali: «Coinvolgiamo gente nuova, fresca, efficiente». Il che, però, non è poi molto diverso dal chiedere a Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi di mettere da parte i candidati di Puglia, Campania, Marche e Toscana e ridiscutere tutto. Così, in giornata le polveri prendono fuoco. Con Salvini che avvisa l’alleata: ora basta attacchi.

Affiancato dal vice Giancarlo Giorgetti, all’indomani del via libera del Senato al processo sul caso Gregoretti, il leader leghista sceglie di passare da quella stampa estera che spesso lo ha dipinto come un estremista. Gli chiedono della competizione con Giorgia Meloni? «Noi non abbiamo competitor — risponde —, io non ambisco a rappresentare la destra radicale. Chi ha il 32% deve parlare a tutti, non solo alla destra radicale». Da FdI ci mettono pochissimo a far presente che «in Ue, FdI ha la co-presidenza dei conservatori e ha rapporti con i repubblicani americani. Due realtà politiche molto diverse da quell’estrema destra che per molti è invece rappresentata dal partito della Le Pen e da Afd in Germania, entrambi nello stesso eurogruppo leghista».

Va detto che Salvini sembra consapevole del problema. Per l’Ue dice infatti di pensare «a un grande gruppo da 140 e 150 parlamentari che abbia una visione più moderna e aggiornata dell’Europa, alternativo ai gruppi popolari e socialisti». Parla di avvicinamento ai Conservatori europei di Meloni co-guidati da Raffaele Fitto? L’idea è soprattutto quella «di una grande apertura», di puntare al rimescolamento anche di quella parte del Ppe che sempre più spesso, spiega il capogruppo Marco Campomenosi, «si ritrova a fare da sponda a posizioni di sinistra a volte abbastanza estrema che nemmeno fanno parte della sua storia».

Lo scenario

C’è anche chi si spinge a immaginare un centrodestra diviso alle elezioni in primavera

Di certo, Salvini è alle prese con tutti quelli che nel suo partito lo mettono in guardia dalla concorrenza con Giorgia Meloni, che giusto questa sera ha organizzato con Daniela Santanché una cena da 1.500 persone a Milano. Quasi una replica in anticipo per la giornata «Salvini incontra Roma» fissata per domenica. Il refrain che i leghisti prospettano al loro leader è, con qualche variazione, il seguente: «Marche e Puglia a FdI, Campania a Forza Italia e a noi la Toscana». Regione già difficile che per il sistema elettorale a doppio turno diventa impossibile. E così, dopo che tre suoi responsabili regionali hanno invitato a trovare candidati nuovi per le regioni al voto, lo dice per la prima volta anche lui: «Non è necessario o sufficiente per essere un buon sindaco o un buon governatore avere una tessera. Ci stiamo impegnando per vedere se c’è gente nuova, coraggiosa e stimata che si vuole impegnare». Non è affatto detto che Meloni sarà d’accordo, anzi. E così, nella Lega già c’è chi si spinge a immaginare l’inimmaginabile: quell’«onorevole sconfitta» assai probabile con un centrodestra che corresse con candidati diversi. La possibilità che alla fine il centrodestra si polverizzi alle elezioni della prossima primavera, nella Lega non dispiace a tutti. Proprio in funzione anti Meloni: «In qualche regione — sbuffa un deputato — lei potrebbe spostarsi in alto verso il 20, noi in basso sotto al 30. L’effetto psicologico di pochi punti di distanza tra noi e loro sarebbe, semplicemente, un incubo».

Ma la conferenza alla stampa estera ha regalato anche un minishow. Con un giornalista giapponese che chiede della scarsa natalità italiana. Giancarlo Giorgetti, ribattezzato dal giornalista «Gregoretti», butta lì che «bisogna essere allegri per fare figli, per fare l’amore, gli italiani sono tristi». A quel punto interviene Salvini: «Io sono allegro, quindi risponde Giorgetti che lui è triste e non fa sesso».

 

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