“In sostanza, la nostra posizione pubblica è la seguente: MPS è questione nazionale e se ne debbono occupare governo a livello regionale e nazionale del partito e dei partiti tutti, insieme alla Fondazione MPS, per garantire prima di tutto i lavoratori, il territorio e la direzione generale a Siena”. Questo è l’emendamento presentato dalla maggioranza in consiglio comunale a un documento sulla Fondazione del PD. Di Appelli siamo stati sommersi in questi ultimi anni; appelli inutili che lasciano il tempo che trovano. Che ottengono, però, un solo risultato quello di rendere pubblico a tutti i livelli, locali, regionali e nazionali il fallimento e l’impotenza di un gruppo dirigente come quello senese. Un gruppo dirigente che ha fatto un macello tale nel governo della cosa pubblica da non sapere più dove mettere le mani. Che chiede ai suoi rappresentanti regionali e nazionali di conservare la Direzione Generale del Monte a Siena. E perché dovrebbero farlo? È riuscito il PD senese a elaborare, a delineare, una politica nazionale per la ex banca di Siena? A rappresentare interessi generali (Gramsci)? Viceversa la domanda che viene posta dal gruppo consiliare del PD è esclusivamente politica. Domanda che dovrebbe convincere gli azionisti internazionali per il semplice fatto che viene posta. E potrebbe anche accadere, nel gioco delle parti e per facilitare le operazioni di fusione, che la questione possa essere presa in considerazione, ma sarebbe una risposta senza sostanza, un contentino a tempo determinato.
È uso nella storia che gli eserciti che perdono la guerra non possano pensare alla ricostruzione. Altrimenti avviene ciò che è avvenuto a Siena: gli appelli contro i licenziamenti dei lavoratori della Siena Biotech, fatti da chi nomina i rappresentanti della Fondazione che hanno chiuso i rubinetti dell’azienda di ricerca. Il PD è tutto dentro le sue contraddizioni che pesano come un macigno sul futuro della città, incapace com’è ad elaborare una vera strategia di taglio generale che faccia dire ai vari interlocutori: si è giusta, lavoriamoci sopra perché può aiutare la crescita del Paese. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento di un partito che ha i suoi punti di forza nella Regione e nel Governo. Atteggiamento che andrebbe tenuto non solo per la finanza, ma anche per altri aggregati come, ad esempio, quello della cultura. Per ora le proposte di via di uscita sono le biciclette e la Francigena, dignitose, ma di corto respiro.
Pierluigi Piccini