Donazione di una raccolta di opere d’arte

di Pierluigi Piccini

Oggi è arrivata ai consiglieri comunali l’ultima versione della delibera con la quale il Comune intende allestire presso il Santa Maria della Scala una esposizione di opere d’arte contemporanee a seguito di una anonima donazione. Vediamo di che si tratta: sono 478 opere per un valore a detta del donatore, che va ringraziato per aver ceduto le sue opere senza passaggio di denaro, di 1.751.700 euro. Lavori che dovranno essere esposti, come recita la delibera unitariamente, completamente e permanentemente nelle sale dell’Antico Spedale. Prime considerazioni: le opere per poter essere accettate dal Comune devono essere valutate una per una da un esperto (perito di parte) che schedandole verifichi lo stato di conservazione, la provenienza e il valore. Quest’ultimo non può che essere certificato per la necessità di determinarne il valore da iscrivere a patrimonio e l’entità dei livelli assicurativi, elementi questi che non possono essere quelli dichiarati dall’offerente. Non guasterebbe neppure informare con apposita comunicazione la Guardia di Finanza e i Carabinieri dell’apposito nucleo specializzato. Diciamo che questa è la parte burocratica necessaria perché il Comune di Siena sia sollevato da qualsiasi tipo di problema e responsabilità. L’accettazione delle opere comporta altresì un progetto culturale che nel lascito è già ben chiaro nei punti sopra menzionati. Che il curatore individuato nella persona del prof. Alberto Zanchetta dovrà obbligatoriamente rispettare. Sfogliando l’elenco delle opere che ci è stato possibile visionare la considerazione che se ne può trarre è che molti lavori sono di poco conto. Tra alcuni nomi di rilievo c’è ne sono altri che richiedono un particolare e strutturato progetto di valorizzazione scientifica a differenza di artisti come Fontana e Castellani ad esempio. La collezione nel suo insieme ha comunque importanti e significative lacune a livello di movimenti artistici e protagonisti nazionali e internazionali relativamente, anche, all’arte povera e alla transavanguardia. Se poi si guardano i formati e le tecniche si vedrà che le opere sono abbastanza piccole e alcune addirittura su carta molto difficili da conservare (40 giorni al massimo) che richiedono locali e supporti appositamente attrezzati. Queste caratteristiche contrastano con la maggior parte delle sale del Santa Maria della Scala più adatte per grandi opere o per sculture. Un progetto culturale e museologico che richiederà sostegno all’acquisizione con consistenti investimenti sia nel breve che nel lungo periodo che sarebbe necessario quantificare. Nel ribadire che il lascito una volta definiti i passaggi è interessante rischia, però, di vincolare molte sale dello Spedale nel futuro. Bloccando l’avvenire in una unica funzione in modo irreversibile, procedere senza un preciso progetto complessivo fa correre il rischio di rimane incastrati.

 

Donazione di una raccolta di opere d’arte ANR149_CORRETTA_20190723121601