SIENA Ha votato l’approvazione del bilancio preventivo — «l’ultimo atto importante di questa amministrazione che mette definitivamente in sicurezza finanziaria il Comune» — e poi si è dimesso: Fulvio Mancuso non è più il vicesindaco di Siena. Mossa a sorpresa, ma non troppo: quella «distanza politica» con il sindaco Bruno Valentini (nella foto in alto con la fascia tricolore, l’altro è Mancuso ), divenuta «davvero troppa», oggi è nero su bianco, ma già trapelava da mesi. E pensare che Mancuso, avvocato e docente universitario, era stato uno dei motori che nel 2013 avevano portato Valentini a Palazzo Pubblico, animatore della sua lista civica, suo braccio destro, intoccabile. Lo strappo, però, aveva iniziato a consumarsi da tempo: a marzo Mancuso aveva lasciato il Pd per creare in città Mdp. Oggi è candidato nel collegio uninominale di Siena per la Camera, con Liberi e Uguali: si dice che lo abbia voluto Roberto Speranza che, infatti, sabato sarà in città a sostenerlo con Enrico Rossi. «Non ritengo giusto confondere il percorso elettorale con le cariche istituzionali» ha detto Mancuso annunciando le dimissioni. Ma non c’è solo questo. C’è un’accusa, diretta. Perché se da una parte rivendica il «buon percorso amministrativo» — di cui d’altronde ha fatto parte anche lui fino a ieri sera — dall’altra attacca Valentini per la «mancata gestione del contesto politico» che è stato «il vero punto debole». «È mancato il coraggio politico. Oggi abbiamo una maggioranza frammentata, dispersa e incapace di sentirsi regia politica». Tanto che né la maggioranza né il Pd riescono ancora a esprimere un candidato sindaco. Dopo le dimissioni di Anna Ferretti dall’assessorato alla sanità il 30 dicembre, Valentini perde un altro pezzo forte. E non è detto che sia l’ultimo.
Mercoledì 31 Gennaio 2018, Corriere Fiorentino.
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