Shock nei borghi toscani il Monte chiude gli sportelli e gli abitanti insorgono.

Maurizio Bologni
La novità è arrivata durante il Natale: dopo cento anni addio alla banca senese Assemblee di pensionati e sindaci: “Porteremo via da Mps i conti correnti”
Quella banca è stata la prima ad aprire in paese, cento anni fa, e da un secolo è l’unica filiale della frazione. Un pezzo dell’anima del borgo, importante quanto la farmacia e il dottore, la bottega di alimentari e il barbiere. Ora la banca chiude. E per la comunità è un shock: un colpo al cuore di centri storici che stentano a sopravvivere. La novità, inattesa e improvvisa, è arrivata intorno ai giorni di Natali in 20 piccoli centri della Toscana, dove Banca Monte dei Paschi di Siena tra il 20 e il 21 gennaio chiuderà le proprie filiali in attuazione del piano che prevede 600 chiusure di sportelli ( 115 nel primo trimestre dell’anno), un piano lacrime e sangue che però valso all’istituto senese il via libera europeo al salvataggio e l’intervento dello Stato come primo azionista. Probabilmente anche a causa di questo clima emergenziale, che la Banca vive ormai da anni, il piano delle chiusure è stato varato e comunicato a dipendenti e clienti con un preavviso natalizio di un mesetto scarso. Un trauma, dunque, per le comunità locali private della loro storica banca. Si alzano le proteste, la ribellione è forte, ma la sensazione è che ci sarà ben poco da fare.
Mps, come in misura minore le altre banche, non è nuovo a piani di chiusure di sportelli. Ma stavolta qualcosa è diverso, le ripercussioni sono maggiori. Finora Rocca Salimbeni aveva proceduto a razionalizzazioni e aggiustamenti intervenendo sulle storture provocate dalla stagione bancaria bulimica, quella delle vacche grasse e delle acquisizioni, che aveva comportato la sovrapposizioni di sportelli. E che, in città, chiudesse lo sportello dell’acquisita Banca Toscana a quattrocento metri da quello Mps, nessuno ci aveva fatto troppo caso. Ora, invece, siamo arrivati all’osso: fermano per sempre la porta girevole ( là dove la tecnologia è arrivata a tanto) autentici baluardi dell’economia rurale.
A Roccatederighi, comune di Roccastrada, contro la fine dell’unica filiale bancaria del paese è stato coinvolto anche il maresciallo dei carabinieri, oltre a Pro Loco, sindacato dei pensionati, consiglieri comunali e sindaco. La gente si è riunita in assemblea. È furiosa. « Porteremo via da Mps tutti i conti correnti » . La stessa rabbia per l’annunciata fine attività dello sportello bancario Mps si incontra a Civitella Marittima e a Caldana, frazione di Gavorrano, dove l’unica agenzia bancaria ( quella Mps, appunto). serve un territorio molto vasto tra Grilli, Giuncarico, Ravi e Vetulonia. « Quello di Caldana è il caso più delicato, abbiamo attivato i contatti che ci restano in Mps, ma negli ultimi anni le relazioni con la banca si sono allentate», dice il capogruppo Pd in consiglio regionale Leonardo Marras. «Qui la politica si deve muovere, non si può assistere al continuo stillicidio a danno dei piccoli centri » , ha dichiarato a Il Tirreno la sindaca di Gavorrano Elisabetta Iacomelli che, come tanti suoi concittadini, non ha gradito la lettera recapitata dalla banca ai correntisti: «Gentile cliente, dal 22 gennaio la filiale proseguirà la propria attività nei locali della filiale di Bagno di Gavorrano» – recita la lettera – specificando che « gran parte delle operazioni possono essere effettuate da pc, smartphone, e tablet senza recarsi in filiale » . La gente è imbufalita: « Si fa presto a dire agli anziani di usare Internet o di prendere la macchina».
I tagli non risparmiano i centri storici della provincia di Siena, dove oltre mezzo millennio fa Mps è nato e da dove ha iniziato la sua espansione arrivata nelle capitali del mondo vecchio e nuovo. Chiudono le filiali Mps nel centro storico di Torrita, di Montefollonico, Castiglion d’Orcia, Chiusi Città. «In alcuni casi la distanza dalla nuova filiale di riferimento supera i dieci chilometri » , ha calcolato il periodico di Chiusi Prima Pagina.
E in questi centri storici la rabbia si salda con malevoli insinuazioni di campanile: « Perché chiude la banca di Torrita e non della vicina Sinalunga, paese di Rosy Bindi? » . Mai dire mai, magari anche Sinalunga è a rischio. A Chiusi Città Mps sbarrerà i cancelli di uno storico edificio con tanto di parco in piazza del Duomo. « Il palazzo tornerà utile per una bella speculazione edilizia » , malignano in quella che un tempo, sotto il Lucumone Porsenna, è stata capitale del mondo Etrusco, più potente di Roma antica. « Ora, invece, a Chiusi chiudono la banca, le botteghe e i ristorante. Il paese di Porsenna è morto».
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/

#