Sinistra, una galassia tante orbite E qui pesa il sì di Rossi a Peretola.

La Toscana e la lista Grasso. Grandi distanze (dentro e fuori) su infrastrutture e alleanze

Paolo Ceccarelli

 

«Bentornata sinistra!», scrive su Facebook il governatore Enrico Rossi per festeggiare la nascita di Liberi e Uguali, la lista che unisce il suo partito, Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, e che domenica scorsa ha incoronato leader il presidente del Senato Piero Grasso. «Dopo anni di assenza dalla scena politica la parola sinistra torna più attuale che mai», dice Rossi. In Toscana il nuovo soggetto politico — forte del radicamento territoriale di realtà e personalità che vengono dalla filiera Pci-Pds-Ds — punta a superare la doppia cifra alle elezioni politiche e può avere un peso decisivo alle Amministrative di primavera e alle Regionali, dove la legge elettorale prevede il ballottaggio nel caso in cui nessun candidato raggiunga il 40%. (Nel 2015 Rossi, sostenuto dal Pd pre-scissione e dalla lista «Popolo toscano», prese il 48% dei consensi). Il problema della sinistra è che, ai confini della Toscana, il cammino verso l’unità si ferma. Perché le forze che a livello nazionale costituiranno Liberi e uguali qui sono divise, perché in Mdp ci sono posizioni radicalmente diverse su temi come le grandi opere e perché ci sono pezzi di Sinistra Italiana che sono volutamente rimasti fuori dal percorso unitario. Senza contare Campo Progressista di Giuliano Pisapia, che anche in Toscana sta seguendo un percorso tutto suo.

Insomma, la sinistra toscana è una galassia dove non mancano esplosioni. Mdp esprime il governatore Rossi ma anche amministratori locali (come il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli) che lo contestano sul potenziamento dell’aeroporto di Peretola, punto fondamentale del programma con cui Rossi è stato eletto. Sinistra Italiana è all’opposizione in Regione e praticamente in tutti i Comuni, anche quelli dove Mdp è alleato con il Pd (come Firenze). «In Toscana c’è da fare un grande lavoro — riconosce la deputata di Mdp Tea Albini — Credo che si debba partire da due punti: non chiedere a nessuno di rinnegare quello in cui crede e allo stesso tempo cercare punti di contatto. Per questo mi sento di dare un consiglio a Rossi: dialoghi di più con chi è critico sulla nuova pista di Peretola, persone come Biagioli non sono mica barricaderi…». Secondo Albini l’errore più grande sarebbe «far finta che il problema, cioè queste divisioni, non esista: c’è e va affrontato, perché sarebbe bene che anche la Toscana possa avere una sinistra unita». Anche Possibile, il movimento di Giuseppe Civati, è molto critico con il governatore: «Restiamo contrari all’ampliamento dell’aeroporto di Firenze e chiediamo una discontinuità forte sui rifiuti: invece che costruire o potenziare inceneritori, vedi quello di Livorno, bisognerebbe pensare a soluzioni più avanzate, come i biodigestori», dice il portavoce livornese Marco Di Bisceglie.

Alessia Petraglia, senatrice di Sinistra Italiana, predica calma: «Liberi e uguali è una lista, non un partito, e l’esperienza insegna che i partiti non si costruiscono in campagna elettorale. Facciamo un passo alla volta, con lo sguardo rivolto lontano». Quanto alla Regione, dice Petraglia, «noi come Sinistra Italiana restiamo all’opposizione della giunta Rossi perché non vediamo condizioni per un cambiamento». In Consiglio regionale non c’è Sinistra Italiana, ma Sì Toscana a Sinistra che conta due consiglieri: Paolo Sarti, tesserato del partito, e Tommaso Fattori, da sempre movimentista e senza alcuna tessera. «Osservo cambi di etichette ma il programma di governo regionale resta identico a sempre, non vedo alcun riflesso sulla Toscana che derivi dal processo nazionale che fa capo a Grasso — attacca Fattori — Dalla controriforma sanitaria alle grandi opere inutili e costosissime, dai soldi alle scuole private fino alla vecchia strategia inceneritorista, in Toscana si serve la stessa zuppa indigeribile». Non la pensa troppo diversamente Diego Blasi di Campo Progressista: «Chiediamo a Rossi e al Pd una svolta radicale sulle infrastrutture, iniziando con un bel no al potenziamento dell’aeroporto». Il 13 dicembre Pisapia sarà a Firenze per partecipare ad un incontro sulla povertà insieme a don Massimo Biancalani, il parroco pistoiese divenuto famoso per aver pubblicato su Facebook una foto di alcuni profughi in piscina e aver duellato con la Lega Nord sui social network.

Quello che divide radicalmente uno come Blasi da uno come Fattori è che quest’ultimo è più vicino alle posizioni movimentiste dello storico dell’arte Tomaso Montanari e dell’assemblea del Brancaccio di Roma. Montanari non aderirà a Liberi e Uguali, così come non lo faranno i consiglieri comunali fiorentini di Sinistra Italiana Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi, che si sono autosospesi dal partito. Un’altra rottura a sinistra. «Rispetto Grasso e chi è uscito dal Pd, ma non mi farò rappresentare da chi ha votato il Jobs Act e la Buona scuola — attacca Grassi — Montanari? Io lo avrei candidato sindaco nel 2014 al posto mio, quindi figuriamoci se non lo vedo bene per il 2019…». Montanari glissa («Non ci si candida, si viene candidati, e non ha senso fare ipotesi»), ma disegna l’orizzonte di una rete di liste civiche da presentare alle Comunali: «Anche a Firenze le prospettive della sinistra non si possono esaurire in un derby tra Pd ed ex Pd». E Petraglia invita Mdp, che a Firenze ha due consiglieri comunali, a lasciare la maggioranza che sostiene Dario Nardella: «Ci auguriamo un ripensamento dei compagni di Mdp».

Paradossalmente a unire la sinistra è… il Pd. Ieri il sindaco Nardella ha definito Liberi e uguali «un movimento che per ora sembra essere nato più per essere contro il Pd di Renzi, che per un ideale e un progetto del Paese che i cittadini forse ancora non hanno chiaro». Facendo arrabbiare tutti, a sinistra. «Nardella dovrebbe avere un po’ più di rispetto, visto che i nostri due consiglieri comunali fanno parte lealmente e costruttivamente della sua maggioranza», dice il coordinatore toscano di Mdp Filippo Fossati. «Nardella stia sereno — dice Petraglia — Noi siamo nati per proporre un’altra idea di Paese, non contro Renzi».

 

Martedì 5 Dicembre 2017 Corriere Fiorentino.

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