Nel Cda in programma oggi, Sei Toscana avrebbe dovuto ratificare l’aumento degli stipendi per i consiglieri. Ma, dopo la tempesta dei giorni scorsi, l’amministratore delegato Marco Mairaghi ha deciso che lo scatto degli ingaggi non ci sarà. Mairaghi, ex sindaco di Pontassieve, lo annuncia ai dipendenti di Sei Toscana con una lettera: «Non voglio che la determinazione dei compensi degli amministratori venga usata strumentalmente per nuovi attacchi contro Sei Toscana», dice. Nella lettera l’ad spiega anche che la sua iniziale rinuncia allo stipendio nasceva dal fatto che ne percepiva già uno da Sienambiente. Ma quando ha dovuto lasciare «il doppio ruolo», è rimasto senza ingaggio. Così «gli altri consiglieri, a partire dal presidente Paolini, decisero di ridursi le indennità per poter riconoscere un compenso provvisorio» a me. Poi è venuta la decisione dell’assemblea di alzare gli ingaggi del Cda, da 180 a 300 mila euro. Che oggi, però, non sarà ratificata: «Tutelare Sei Toscana, il suo progetto industriale, il suo sviluppo, il futuro di chi ci lavora è la cosa più importante», scrive l’ad.
Intanto, quella del Cda di stamani è una riunione tenuta sotto stretta osservazione da quelle componenti societarie che da subito si sono dette contrarie a questo aumento e che, alla fine, porterà a un passo indietro. Segnali in questo senso, oltre che dalle indiscrezioni, arrivano dagli stessi protagonisti: il presidente Sei, Roberto Paolini, ha già fatto sapere che rinuncerà al gettone. Il Cda, insomma, non vuole essere travolto dal polverone che si è alzato dopo la notizia degli aumenti e benché la prassi voglia che dia seguito agli atti dell’assemblea dei soci, farà appello al suo potere di congelare la delibera, rimandando la palla al mittente.
In questo modo, però, il rischio aumenti non è disinnescato. Così, le società contrarie alla delibera, quali Cooplat, Sienambiente, Aisa ed Ecolat (che insieme superano ora il 50% del pacchetto azionario), nella prossima assemblea proporranno un atto perché la delibera venga completamente ritirata. «Dichiariamo ai soci pubblici — sia a chi, come Sienambiente, ha votato contro al provvedimento, sia a chi, in quell’occasione, ha votato a favore — la nostra disponibilità a tornare in assemblea per annullare la deliberazione», dicono da Cooplat.
Alfredo Faetti Giulio Gori
- Giovedì 5 Ottobre, 2017
- CORRIERE FIORENTINO
- www.corriere.it/