Piccini chiede voti “Per Siena”.

Si chiama «Per Siena» la prima sigla in campo per le comunali del prossimo anno. È la lista civica (potrebbe aggiungersene un’altra) a sostegno della candidatura di Pierluigi Piccini, che annuncia altri passi concreti in vista delle elezioni. «A giorni inaugurerò con una mostra di artisti senesi e non la sede della nostra campagna elettorale in Fontebranda. Sarà una cosa rivoluzionaria, non una triste segreteria di partito». Che significato ha questa iniziativa? «Proponiamo un luogo che resterà aperto anche dopo le elezioni. I senesi devono tornare ad avere centri di aggregazione, la mia idea è regalargliene uno nuovo». C’è grande fermento nella politica senese, cosa ne pensa? «In realtà Siena in questo momento guarda solo la punta dei suoi piedi, si vede e si sente piccola. Questa malattia si è trasferita anche sulle prime fasi della campagna elettorale. La politica parla solo di se stessa, di listoni e congressi, nessuno che dica una parola su Siena o si entusiasmi a immaginarla di nuovo grande, di nuovo decisiva». Non è normale parlare di nomi in campagna elettorale? «Tutti sanno che vogliono sedersi su quella poltrona, ma nessuno sa cosa farne. Un atteggiamento inaccettabile. Lo dico ai miei potenziali avversari: parliamo di Siena, scontriamoci sul piano operativo, entusiasmiamoci per la nostra idea di cultura, ma smettete di parlare di listoni e congressi, iniziate a rispettare i vostri concittadini». Per il Pd è anche tempo di congressi… «Non c’è tempo da perdere tra congressi e rituali vuoti tra quattro dirigenti di partito. Oggi i senesi aspettano una speranza cui affidarsi, un processo che li coinvolga dal basso e li renda attivi, uno per uno». Lei come si muoverà? «Sto costruendo dieci comitati: urbanisti, artisti, giovani studenti universitari e non, e uno particolare, ma strategico, quello delle mamme. Le loro idee faranno il programma. Per prendere le decisioni e far funzionare così tante competenze serve un direttore d’orchestra esperto, ma quello penso che lo abbiamo già. Il sindaco, almeno quello, lo so fare. E i senesi lo sanno». Lei si appella al civismo, ma non è il solo. Qual è la sua idea? «Per me il civismo è prendere le migliori risorse di Siena e metterle al servizio di un progetto per tutelare non le rendite di posizione di qualcuno, ma gli interessi di una comunità. Non è una mano di vernice su un apparato di partito. Per tutta la campagna elettorale dirò una cosa chiara: non votate per qualcuno, per il Pd, per Forza Italia, per listoni e listini, votate Per Siena».