L’Arma alle studentesse: «Scusateci», in 500 al Piazzale contro le violenze.

Il comando generale dei carabinieri: «Speriamo di recuperare la vostra fiducia».

L’Arma dei carabinieri chiede scusa alle due studentesse americane di 20 e 21 anni che, la settimana scorsa, hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri in servizio. Le scuse ufficiali sono arrivate dal capo ufficio stampa del comando generale, il colonnello Roberto Riccardi, ieri mattina nel corso della trasmissione televisiva Omnibus su La 7 .

«Chiediamo scusa a queste due ragazze — ha detto il colonnello — e speriamo di recuperare fiducia con loro e con le loro famiglie». La giustizia — ha proseguito — sta facendo il suo corso ma nel frattempo l’Arma ha adottato un provvedimento immediato: la sospensione dalle funzioni, che comporta il dimezzamento dello stipendio. «La decisione forte è stata presa subito, anche se le indagini erano alle prime fasi e l’accertamento delle responsabilità va ancora fatto. Questo naturalmente non ci tranquillizza, non è soltanto l’episodio che dobbiamo considerare ma la possibilità che si ripeta e in questi casi l’Arma, che ha una struttura forte e sana dotata di anticorpi, riesamina sempre le sue procedure, i sistemi di controllo».

Sul fatto che i due carabinieri non siano stati arrestati il colonnello ha spiegato che «queste sono decisioni dell’autorità giudiziaria, una misura cautelare ha bisogno del pericolo di fuga, inquinamento delle fonti di prova o pericolo di reiterazione del reato; queste sono valutazioni della Procura che evidentemente fino a questo momento non ha ritenuto ci fossero questi presupposti».

L’interrogatorio

Intanto ieri la pm militare Antonella Masala è arrivata a Firenze per interrogare i due carabinieri. La Procura militare accusa l’appuntato Marco Camuffo e il carabiniere scelto Pietro Costa di violata consegna e di peculato per il comportamento tenuto la notte tra il 6 e il 7 settembre: i due carabinieri, in servizio al radiomobile, avrebbero fatto salire le due studentesse americane nell’auto di servizio, le avrebbero accompagnate a casa e avrebbero abusato di loro. Difesa difficile quella sul fronte militare per i due carabinieri. Le telecamere hanno confermato che la gazzella dell’Arma è entrata in Borgo Santi Apostoli, dove vivevano le due ragazze, alle 3,15 per poi uscire circa 20 minuti dopo. In quell’arco di tempo, hanno raccontato le ragazze, sarebbe avvenuta la violenza sessuale. Nell’androne del palazzo e nell’ascensore.

I carabinieri, interrogati la settimana scorsa dalla pm Ornella Galeotti e dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo, si sono difesi dicendo che il rapporto sessuale con le ragazze c’è stato ma è stato consenziente. Il problema è che entrambe, così come confermato dalle analisi fatte all’ospedale quattro ore dopo, avrebbero avuto un tasso alcolemico molto alto, intorno a 1,60. E secondo il codice penale, in quelle condizioni, il non consenso è implicito. Alla fine del mese le due americane dovranno confermare le loro accuse davanti al gip, visto che la Procura ha chiesto un incidente probatorio. Sarà un incontro protetto, così come richiesto dall’avvocato Gabriele Zanobini che assise una delle ragazze, proprio come avviene nei casi di violenza sessuale sui minori.

Il corteo

Ieri sera intanto oltre 500 persone si sono ritrovate al Piazzale per un corteo di solidarietà verso le due ragazze Usa. Il percorso della manifestazione si è snodato fino al centro per concludersi intorno alle 23 come da programma in piazza della Repubblica. «Siamo qui perché ammiriamo il coraggio delle due ragazze che, straniere ubriache e violentate, hanno avuto la forza di denunciare. Purtroppo la violenza sulle donne è in aumento, ma noi non ce ne staremo di certo chiuse in casa», così alcune manifestanti hanno commentato quanto avvenuto dieci giorni fa.

Nel corteo non solo donne comunque, ma anche ragazzi, famiglie e anziani per ribadire che «gli uomini devono capire che non possono pensare di dominare la donna». Quindi l’inizio del corteo al coro: «Siamo tutte protagoniste, siamo la parte lesa per ogni donna stuprata e offesa».

Antonella Molllica Antonio Passanese (hanno collaborato Elena Zunino e Lorenzo Cipolla)