Il ricorso di 9 soci contro le nozze con Cassa Centrale.

San Casciano. L’assemblea dello scorso maggio di ChiantiBanca, che vide la bocciatura a sorpresa della permanenza alla presidenza dell’istituto di Lorenzo Bini Smaghi, forse non si è «chiusa» quattro mesi fa. Un gruppo di nove soci hanno fatto, infatti, ricorso al tribunale di Firenze contro il punto dell’ordine del giorno che vide la votazione sul progetto di adesione alla Cassa Centrale, holding delle Bcc trentine, e non ad Iccrea, l’altra holding cui fa riferimento la Federazione toscana delle banche di credito cooperativo. Il ricorso, ha spiegato ieri in un comunicato ChiantiBanca, è «relativo esclusivamente al terzo punto all’ordine del giorno dell’assemblea che si è svolta il 14 maggio scorso “informava sulla riforma del Credito Cooperativo. Discussione e deliberazione di adesione al gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca” e non riguarda altri temi». Nessuno, insomma, mette in dubbio il voto sul consiglio di amministrazione post Bini Smaghi nella agitata e partecipata assemblea che si tenne all’Obihall, ma solo sul voto che confermò la scelta del vecchio cda di aderire a Cassa Centrale, come conferma uno dei novi firmatori dell’impugnativa, Marco Carraresi, socio della Bcc da più di dieci anni ed ex consigliere regionale per l’Udc. «Io e gli altri contestiamo solo la grande confusione che c’era al momento del voto — afferma Carrai — e il fatto che, in contemporanea, la maggior parte degli oltre 2.000 soci arrivati a Firenze fossero in coda per votare il nuovo cda. Vogliamo solo che si rivoti su questo punto ad una prossima assemblea dei soci; crediamo ci siano gli estremi per annullare l’esito della consultazione». Il Cda di ChiantiBanca ieri ha parlato anche del problema dell’adesione ad una holding, ma non ha preso alcuna decisione e lo stesso avverrà nei prossimi mesi. Non ci sono scadenze perentorie e, complice il ricorso, probabilmente la decisione arriverà solo la prossima primavera.

Mauro Bonciani